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Venezia 73, le pagelle dell'ANSA

I voti dell'inviato ANSA ai film in concorso alla Mostra del Cinema

ON THE MILKY ROAD di e con Emir Kusturica, Monica Bellucci e Sloboda Michalovic. I ritmi della musica balcanica e la follia del regista del regista serbo con galline che saltano guardandosi allo specchio, orologi killer, oche che fanno il bagno nel sangue di un maiale appena sgozzato e serpenti salvifici. Al centro dell'anarchia creativa del regista una storia d'amore tra un coraggioso portatore di latte (lo stesso regista) e la bella Monica Bellucci. Quando arriva l'italiana infatti tutta la vita dell'uomo non più giovane cambia anche se è felicemente amato da una ragazza del posto (Sloboda Michalovic). Un amore tra inseguimenti, fughe nel pozzo, campi di mine, nascondigli in un gregge di pecore. Il film, basato sul cortometraggio Our Life, scritto a quattro mani dal regista Kusturiča e da sua figlia Dunja, ricalca il solito stile di Kusturica. Applausi a fine proiezione stampa, ma non dovrebbe aspirare ad alcun premio. VOTO 6

THE WOMEN WHO LEFT di Lav Diaz con Charo Santos-Concio, durata 226 minuti, film breve rispetto un'altra opera del regista filippino, A LULLABY TO THE SORROW MYSTERY di ben otto ore. Bianco e nero, camera fissa, sequenze di circa un minuto l'una, con tutto a fuoco, per raccontare la storia triste di una donna di mezza età (una straordinaria Charo Santos-Concio da Coppa Volpi) che dovrà ripercorrere la sua vita a ritroso dopo essere stata ingiustamente reclusa per ben trent'anni in un carcere. Liberamente tratto dal racconto Dio vede quasi tutto, ma aspetta (1872) di Lev Tolstoj, il film è piaciuto agli stakanovisti della sala ed è stato anche molto applaudito. Opera perfetta comunque per una giuria che voglia promuovere un lavoro stilisticamente perfetto quanto urticante in quanto a fruizione. VOTO 7

 

PARADISE di Andrei Konchalovsky con Yuliya Vystskaya, Philippe Duquesne e Christian Clauss. Tre personaggi, in cerca di pace con se stessi, si confessano in un ambiente asettico, raccontano la loro vita e le loro ragioni. Una sorta di limbo in bianco e nero con la storia di questi tre destini e delle loro coscienze post mortem, destinati fatalmente a incontrarsi durante la seconda guerra mondiale fin dentro i campi di concentramento nazista. Film fatto di sfumature, ma non di rimpianti vede questi personaggi perseguire il loro personale paradiso che nessuno alla fine raggiunge. Candidato di diritto a correre al Leone d'oro o a uno dei premi maggiori a Venezia, Paradise potrebbe anche ambire a correre per il miglior film straniero agli Oscar. Comunque una Coppa Volpi a Yuliya Vystskaya sarebbe del tutto meritata. - Voto 7

QUESTI GIORNI
di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, Maria Roveran, Marta Gastini, Caterina Le Caselle, Laura Adriani, Filippo Timi, Alessandro Averone e Mina Djukic. "In questi giorni non è successo niente, ma è cambiato tutto". Si chiude con questa frase il film. Un viaggio 'rito di passaggio' a Belgrado di quattro ragazze che, mentre sembrano aprirsi al futuro, con il giusto ottimismo della loro gioventù, si ritrovano all'improvviso dentro quella vita vera capace di fare male, di non mantenere le promesse. Il film non ha superato molto bene l’esame del pubblico al Lido probabilmente mancando di un tema forte, ma solo di accennate derive di quattro ragazze verso una maturità da conquistare. - Voto 6

UNE VIE di Stéphane Brizé (La loi du marchè) con Judith Chemla, Jean-Pierre Darroussin, Swann Arlaud e Yolande Moreau è un film che ci porta nella Normandia del 1819 e nei suoi tempi lenti, umani. Protagonista la troppo fragile e sprovveduta Jeanne Le Perthuis des Vauds (una Judith Chemla da Coppa Volpi) che torna a casa, dopo aver ricevuto un'educazione in convento, e deve affrontare per la prima volta la vita vera. Sposa così Julien Delamare (Jean-Pierre Darroussin), visconte locale, che si rivela un uomo gretto, avaro e infedele. Jeanne comincia a crescere, al di là di lei, ma non c'è nulla che le vada davvero bene. In un film squisitamente letterario ed esteticamente perfetto anche alcuni passi del primo romanzo dello scrittore francese Maupassant per un melodramma pieno di poesia piaciuto molto ai critici nonostante l’impianto classico. - VOTO 7

THE BAD BATCH con Suki Waterhouse, Jason Momoa, Keanu Reeves, Jim Carrey, Giovanni Ribisi, Yolonda Ross e Jayda Fink a firma della visionaria regista iraniana Ana Lily Amirpour ci porta nel deserto del Texas in un futuro distopico. In un clima post-apocalittico vive una comunità di cannibali, rifiuto di una società che li ha posti dietro una rete e si è liberata di loro. Scena iniziale splatter con la protagonista, la giovane e bella Arlen (Waterhouse), cui viene sezionata una gamba e un braccio da fare alla brace. La regista al suo secondo lungometraggio dopo A Girl Walks Home Alone at Night (2014), non sembra aver convinto troppo critici e pubblico del Lido. A moltì è sembrato un film che mescola troppi generi senza trovare una vera forma originale. - VOTO 5

PIUMA di Roan Johnson con Luigi Fedele, Blu Yoshimi, Michela Cescon, Sergio Pierattini, Francesco Colella, Brando Pacitto, Francesca Antonelli e Massimo Reale. Divertente commedia ben recitata e scritta, ma che non ha convinto la critica ed è stata contestata a fine proiezione stampa. La difficile realtà da accettare, ovvero quella di due diciotteni alle prese con un figlio che deve nascere, non ha convinto. E c’è chi ha fatto il paragone ancora con una commedia, ma con più spessore e non monotematica, quella argentina di EL CIUDADANO ILUSTRE di Mariano Cohn e Gaston Duprat. VOTO 6 

LA REGION SALVAJE di Amat Escalante con Ruth Ramos, Simone Bucio, Jesús Meza ed Edén Villavicencio porta un po’ di scandalo al Lido. Nella regione di Guanajuato, la più cattolica del Messico, insieme a un meteorite approda sulla terra una sorta di Alien con tentacoli fallici. Questo mostro darà piacere a donne e uomini. Una sorta di rito pagano con una sacerdotessa tutta terrena, Veronica, ragazza dagli appetiti sessuali insaziabili. Il film, nonostante la provocazione cui il regista ci ha abituati, non ha convinto troppo e sembra tagliato fuori dal futuro Palmares. VOTO 6 

EL CIUDADANO ILUSTRE di Mariano Cohn e Gaston Duprat con Oscar Martínez, Dady Brieva, Andrea Frigerio, Nora Navas e Gustavo Garzón. Una intelligente e gradevole commedia. Un film tra Scola e Risi che racconta le disavventure di uno scrittore argentino, Daniel Mantovani, famoso per aver vinto il Premio Nobel che ritorna dopo quaranta anni a Salas, il paesino in cui è cresciuto. Qui, ad attenderlo, ci saranno proprio quei personaggi a cui si è ispirato per i suoi romanzi. Ma loro si ribelleranno con effetti comici. Da non perdere anche solo per interpretazione di Oscar Martinez da Coppa Volpi. VOTO 7

SPIRA MIRABILIS di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti. Non si può dire che Alberto Barbera non abbia avuto coraggio a mettere in concorso, l'urticante, ma poetico documentario sull'immortalità. Nessuna concessione al pubblico, ma solo immagini e tanto rumore di sottofondo, il fascino dei lavori manuali, nessuna voce fuori campo alla Terrence Malick, e, infine, l'ambizioso fil rouge del sogno umano di vivere per sempre. Punto di partenza: la Turritopsis, minuscola medusa immortale. VOTO 6

FRANTZ di François Ozon con Pierre Niney, Paula Beer, Marie Gruber, Ernst Stötzner, Johann Von Bülow, Anton Von Lucke. Film in b/n, e con alcuni sprazzi di colore, che ci porta nel 1919, in una cittadina della Germania. Un melò con una ragazza, Anna, che ogni giorno va a piangere sulla tomba del suo fidanzato Frantz caduto al fronte in Francia. Un giorno, sulla stessa tomba, arriva un ragazzo francese a portare fiori sempre al caduto. Su questa piccola trama Ozon tira fuori un drammone pieno di colpi di scena e di sentimenti. VOTO 6,5

BRIMSTONE di Martin Koolhoven con Dakota Fanning, Guy Pearce, Emilia Jones, Kit Harington e Carice Van Houten, è una sorta di western-dark dal taglio demoniaco. L'eroina è Liz, una donna muta, ma di grande coraggio, perseguitata da un predicatore – diabolico e fanatico animato da una fede che pretende giustizia anche attraverso la violenza. Una vendetta quella del religioso che viene da lontano. Il film è pieno di cliché, a fine proiezione stampa, è stato accolto da qualche buuu. VOTO 5

EL CRISTO CIEGO di Christopher Murray con Michael Silva, Bastian Inostroza, Ana Maria Henriquez e Mauricio Pinto . Film cileno dal sapore pasoliniano con protagonista Michael, uomo di trent'anni, convinto di aver avuto una visione divina nel deserto. Nessuno gli crede e nel suo paese lo credono idiota. Ma quando viene a sapere che un suo amico ha avuto un brutto incidente è convinto di poterlo curare e così inizia scalzo un pellegrinaggio nel deserto e c’è chi comincia a vederlo come un vero Cristo.
Film delicato adatto ai cinefili, ma che potrebbe ambire a qualche premio minore. VOTO 6

NOCTURNAL ANIMALS di Tom Ford con Aaron Taylor-Johnson, Amy Adams, Armie Hammer, Isla Fisher, Jake Gyllenhaal, Kristin Bauer van Straten. Tutta la vendetta in un manoscritto da parte di un ex marito verso la moglie borghese. Thriller esistenziale, con ammiccamenti a Lynch, ma anche con la deriva glamour di un regista che viene dalla moda. Il film, tratto da Tony & Susan del newyorkese Austin Wright, ha convinto molti e potrebbe aaspirare ad uno dei premi maggiori. VOTO 8

 LA LA LAND di Damien Chazelle con Ryan Gosling, Emma Stone, John Legend, Rosemarie DeWitt, J. K. Simmons e Finn Wittrock. Il regista di Whiplash rivisita in chiave pop-romantica la stagione d’oro del musical americano. Musica jazz, e non solo, per raccontare nelle città dei sogni Los Angeles quanto è difficile avere successo ed amare. Perfetto per gli Oscar, per un Leone e per la sala, ma anche amato dai critici. VOTO 8

THE LIGHT BETWEEN OCEANS di Derek Cianfrance con Michael Fassbender, Alicia Vikander, , Rachel Weisz e Emily Barclay . Drammone con derive melò tratto dal romanzo omonimo di M.L. Stedman. Storia d’amore e di maternità mancata tra un uomo, che ha visto troppa guerra, e una donna che sa quello che vuole. Il tutto su un’isola australiana dove c’è solo il più isolato dei fari. Film classico che potrebbe avere riconoscimenti per fotografia e cast. VOTO 6 

 ARRIVAL di Denis Villeneuve con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker e Michael Stuhlbarg. Tratto dal romanzo Story of Your Life di Ted Chiang . Film tra fantascienza e linguistica. Dodici astronavi aliene sbarcano sulla terra. Vorranno la guerra o pace? A mettere mano al loro incomprensibile linguaggio necessita un’esperta di linguistica. Film perfetto per la sala. VOTO 7

LES BEAUX JOURS D’ARANJUEZ (3D) di Wim Wenders con Reda Kateb, Sophie Semin, Jens Harzer e Nick Cave. Una sorta di Simposio sull’amore e sui rapporti tra uomo e donna tratto dalla piece omonima di Peter Handke. Linguaggio rarefatto e minimalismo scenografico (tutto si svolge in un giardino) ne fanno un film appetibile sola da pochi. E’ rischio rivolta in multisala. VOTO 5

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