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X-Men tra Guerra fredda e falsi dei

Singer porta mutanti negli anni '80 con Isaac 'cattivo'

Spuntano falsi dei, Guerra fredda, minaccia nucleare, Star Trek, Star Wars, Auschwitz, Bibbia e Pacman tra le decine di riferimenti e citazioni di Bryan Singer in X Men: Apocalisse, sesto film della saga sulle battaglie collettive dei mutanti di casa Marvel (spin-off di Wolverine e Deadpool a parte), nelle sale dal 18 maggio con 20th Century Fox. Il cineasta newyorchese, mente creativa di tutto l'adattamento cinematografico, è alla quarta regia nel franchise, dopo i primi due film, X-Men (2000) e X-Men 2 (2003) e il ritorno trionfale con Giorni di un futuro passato (2014), ambientato in parte negli anni '70. Stavolta il salto è al 1983, e il cattivo è l'X-Man più 'antico' En Sabah Nur/Apocalisse che ha il volto grigio/blu e poco riconoscibile, sotto i pesanti effetti di trucco, di Oscar Isaac. Fra gli interpreti James McAvoy e Michael Fassbender, per Charles Xavier e Magneto, Jennifer Lawrence (Mystica), Nicholas Hoult (Bestia), Evan Peters (Quicksilver), e Hugh Jackman (Wolverine). Insieme a loro new entry come Tye Sheridan, Sophie Turner e Kodi Smit-McPhee, per le versioni teen o poco più di Ciclope, Jean Grey e Nightcrawler; Alexandra Shipp (Tempesta), Olivia Munn (Psylocke) e Ben Hardy (Angelo). Il primo incontro con En Sabah Nur /Apocalisse, avviene nell'Egitto del 3600 A.C: ''Ero affascinato dall'idea di antichi poteri mutanti e da cosa avrebbe potuto pensare un mutante se fosse nato 20.000 o 30.000 anni fa. Avrebbe pensato, certo, di essere un dio e si sarebbe comportato come tale, suscitando negli altri adorazione e la convinzione di esserlo" ha spiegato il regista nelle note di produzione. Un improvviso 'rovesciamento' porta Apocalisse a un sonno di millenni che lo fa svegliare nel Cairo caotico di oggi. Sconvolto dai cambiamenti e le violenze del 'suo mondo', ha un suo piano 'purificatore' per l'umanità e per realizzarlo si cerca quattro Cavalieri' mutanti che possano aiutarlo. Fra questi c'è anche Erik/Magneto, che aveva provato a sottrarsi al conflitto con gli uomini costruendosi una vita di famiglia.
  Per Isaac, Apocalisse è "la forza creativa e, allo stesso tempo, distruttiva di questa terra". Una minaccia che riporta Mystica, alla scuola per giovani mutanti di Charles Xavier...
Singer, che ama da sempre mescolare alto e basso, condisce la storia, con accenni a falsi dei della contemporaneità come il consumismo e alle violenze dei totalitarismi; senza dimenticare qualche autocitazione, come un nuovo momento clou costruito stavolta su Sweet dreams degli Eurythmics, per il giovane signore del tempo Quicksilver. Rispetto a Giorni di un futuro passato, il tono è più austero, e il ritmo, nei 143 minuti di film, a volte latita, come gli hanno rimproverato anche i critici americani. Il regista tuttavia spiazza con il suo humour. Tra le battute più riuscite, quella in cui Jean Grey uscendo da un cinema dove ha visto Il ritorno dello Jedi, che chiude la trilogia originale di Guerre stellari, sentenzia: 'Tanto si sa che il terzo film è sempre il più brutto''. Se sia una stoccata al terzo film della prima trilogia sui mutanti, X men: Conflitto finale di Brett Ratner (2006) o un'uscita autoironica per X-Men: Apocalisse, terzo film della seconda trilogia (partita nel 2011 con X Men: L'inizio di Matthew Vaughn) sta al pubblico deciderlo. Finora, di sicuro, gli spettatori hanno gradito le avventure dei mutanti: i primi cinque film (sempre esclusi gli spin-off) hanno infatti incassato nel mondo oltre 2 miliardi e 200 milioni di dollari.

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