Nascosta dalla boscaglia, sugli argini del fiume Stura a Torino, fino un anno e mezzo fa (ora è quasi totalmente smantellata e gli abitanti sono stati perlopiù trasferiti) c'era il Platz, una delle più grandi baraccopoli d'Europa: circa 1200 persone, per la quasi totalità romeni e rom in baracche di legno e lamiere. Una comunità che viene raccontata nel quotidiano da Gianluca e Massimiliano De Serionel documentario I ricordi del fiume, già presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e dal 21 aprile distribuito da La Sarraz Pictures.
"Conoscevamo quella realtà, perché è vicino casa nostra e ci avevamo ambientato alcune scene del nostro film di fiction Sette opere di misericordia - hanno spiegato al Lido i due cineasti, fratelli gemelli, classe 1978 -. Quando abbiamo saputo che era in via di smantellamento, abbiamo deciso di raccontarla, per lasciarne una memoria e per chi di questo luogo, influenzati dalla propaganda elettorale, non sapeva nulla".
Un ritratto di vite precarie, con passati e presenti difficili, raccontate dagli abitanti della baraccopoli con grande apertura e franchezza. Nel dedalo di incontri, le anziane Ana e Elena; Settimo, siciliano sopravvissuto alla scarica elettrica presa su un traliccio, mentre rubava il rame; la 14enne Florentina, che e' tra le prime della classe; Oana, mediatrice culturale che porta avanti la difficile transizione dal Platz alle nuove abitazioni; Mihai, che dopo essere stato in prigione per furto cerca di farsi una nuova vita; il pastore
pentecostale Marcel, che guidava una delle due Chiese nella baraccopoli.