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Cuore, caprette e montagne, ecco Heidi

Buoni sentimenti e paesaggi mozzafiato nel film di Gsponer

Una ragazzina gioiosa e sensibile, un nonno burbero ma dal cuore grande, i monti che sorridono, tante caprette e il sapore del latte appena munto: probabilmente saranno in pochissimi a non conoscere la storia di Heidi, sui grandi schermi per la regia di Alain Gsponer. Non c'è dubbio che questo adattamento - tratto fedelmente dai romanzi di Johanna Spyri - farà la felicità di bambini e forse anche dei loro genitori, magari cresciuti con il celebre cartone che Hayao Miyazaki realizzò negli anni '70 facendo diventare Heidi un culto internazionale.
Tra un paesaggio mozzafiato, molti sorrisi e qualche primo piano di tenere caprette, nel film infatti c'è davvero un condensato di buoni sentimenti, unito al potere di una storia dal sapore universale e senza tempo. In questa operazione cinematografica non resta certo in secondo piano l'ottima performance nei panni del nonno Almohi di Bruno Ganz, attore consumato e perfettamente a suo agio nell'interagire con il viso dolce ma vispo della piccola Heidi, interpretata da Anuk Steffen. Accanto a loro anche i giovanissimi Quirin Agrippi (Peter) e Isabelle Ottmann (Klara), e Katharina Schuettler, nel ruolo della temutissima signorina Rottenmeier, la cui spigolosa severità ha impaurito generazioni di bambini. La forza del film è tutta qui, in tanti personaggi esemplari, capaci di veicolare al pubblico sentimenti e rapporti che riguardano tutti, senza esclusione di età o epoche. Dal significato di "casa" al dono dell'amicizia, dai rapporti familiari alla voglia di essere se stessi, e poi ancora la gelosia, la diversità e la ribellione alle regole: la storia della piccola orfana svizzera, innamorata di suo nonno e delle montagne dei Grigioni, racconta tutta l'ingenuità e la bellezza dell'infanzia, mantenendo però uno sguardo attento anche sul mondo degli adulti.
Anche i più duri di cuore troveranno davvero impossibile non commuoversi guardando la corazza del nonno incrinarsi sotto i "colpi" della spensieratezza e delle carezze di Heidi, né potranno evitare di sorridere alla mancanza di bon ton della scalmanata "montanara" durante la permanenza nella famiglia borghese di Francoforte. Che Heidi sia un simbolo per la Svizzera e un'eroina nazionale è fuori di dubbio, ma il suo carisma vince perché questa piccola eroina delle montagne sa di famiglia in tutti i Paesi del mondo. E se il film di Gsponer è un tuffo in un mondo che non passa mai di moda, grazie a un "classico" che unisce le generazioni, va riconosciuta al regista la capacità di aver saputo rendere questa vicenda attuale, credibile e in un certo senso autentica anche nell'era degli smartphone, in cui tanti bambini magari non hanno mai visto una mucca da vicino.

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