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Sorrentino, i premi non contano, conta il coraggio

Il regista trionfa agli Oscar europei con tre riconoscimenti

(ANSA) -  BERLINO, 13 DIC - I premi, ma anche il coraggio, un po' di rancore verso certa stampa, il futuro del cinema italiano e l'orgoglio di essere europei dopo i tragici fatti di Parigi. Questi alcuni dei temi dell'intervista rilasciata da Paolo Sorrentino ieri sera tardi a Berlino dove agli Efa (European Film Awards) con Youth - La giovinezza ha vinto tutto: i due premi più importanti (miglior film 2015 e migliore regia) a cui si è aggiunto quello non da poco di miglior attore andato al grande Michael Caine. FARE CINEMA - "I cani abbaiano, ma la carovana procede, come dice un proverbio arabo. Questo è un lavoro che va fatto con il massimo coraggio. Fischi e applausi fanno parte del gioco, ma la carovana deve procedere". CANNES - Il regista napoletano premio Oscar per La grande bellezza non si sente risarcito affatto dagli Efa di non aver vinto nulla con Youth all'ultimo Festival di Cannes: "di premi ne ho avuti abbastanza con La grande bellezza. Certo, avere avuto tre riconoscimenti così importanti per Youth mi fa piacere. Mi riempie di gioia perché è un piccolo film quasi di decompressione rispetto a La grande bellezza, un film intimo che mi andava di fare. Quest'anno certo un premio europeo vale di più. Nell'ambiente del cinema si sente una maggiore unità dopo quello che è successo a Parigi". OSCAR - Sul fatto che questi premi possano essere un volano per una candidatura agli Oscar spiega Sorrentino: "quello che conta è che il film, uscito la settimana scorsa, sta andando molto bene in America, anche se c'è chi ha scritto sulla stampa italiana che è stato stroncato, ma non è vero. E poi il film ha già ricevuto due candidature ai Golden Globe (Jane Fonda e la canzone di David Lang), una cosa sorprendente per un film italiano, ma passata sotto silenzio in Italia". YOUTH - LA GIOVINEZZA - "È un film sulla percezione della realtà, un film di come si può affrontare il futuro con l'idea di essere liberi. Una cosa che, ovviamente, si lega anche all'oggi in cui sentiamo minata la nostra libertà. Per fortuna l'Europa si sta compattando sul dolore e questo è un fatto positivo". CINEMA ITALIANO - "Non è vero che non ci sono coproduzioni internazionali per il cinema italiano, basti pesare a Tornatore e Guadagnino. Come non è vero che i riconoscimenti fanno cambiare le cose a livello produttivo. Tocca alla politica far cambiare le cose e anche ai produttori che in Italia sono troppo ammalati di prudenza. Si cerca insomma di andare sul sicuro. L'imperativo categorico di chi fa cinema deve essere nel segno del coraggio, poi delle idee e, infine dello stile se si è autori. La discriminante poi - aggiunge Sorrentino - non sono gli attori importanti del cast, ma piuttosto fare un film originale. Pensate al film di Crialese, Respiro, dove non c'era nessun attore importante eppure era un grande film". MICHAEL CAINE - "E' un attore che precede il personaggio. E' più importante l'attore che il personaggio come diceva Cocteau. Caine ha un carisma innato, è una figura a parte, oltre il suo ruolo di grande attore". THE YOUNG POPE - Sulla serie tv della Hbo, The Young Pope, che sta girando a Roma non dice nulla, anzi si irrita di fronte alle ripetute domande: "Non posso parlare di questa serie ho un vincolo del silenzio con la Hbo. Non capisco poi perché non parliamo di questi premi ora, purtroppo la stampa italiana spesso no valorizza il cinema italiano come fa più spesso la stampa estera. Gli altri paesi colgono momento felice e la straordinarietà del cinema italiano di oggi, ma questo non vale per i giornalisti italiani. Ad esempio pochi scrivono che sempre più spesso gli Studios offrono di fare film agli italiani e questo non è affatto giusto". (ANSA).  

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