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Venezia, quattro italiani verso il concorso

Voci su Bellocchio, Guadagnino, Guadino e l'esordiente Messina

L'ufficialità è attesa mercoledì mattina a Roma alla conferenza stampa del direttore Alberto Barbera e del presidente della Biennale Paolo Baratta, ma intanto le voci si rincorrono da qualche giorno. Il concorso di Venezia 72 (2-12 settembre) potrebbe vedere, a meno di scompaginamenti dell'ultima ora, ben quattro film italiani in gara, come non si vedeva dal 2010. Si tratta di Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio, A bigger splash di Luca Guadagnino, L'attesa dell'esordiente Piero Messina e Per amor vostro di Giuseppe Gaudino.

La pattuglia italiana poi è destinata ad infoltirsi anche in altre sezioni, a cominciare da Orizzonti, completando così un quadro già ricco nel complesso tra Giornate degli autori (Viva la Sposa di Ascanio Celestini, Arianna di Carlo Lavagna, La prima luce di Vincenzo Marra con Riccardo Scamarcio) e Settimana della critica (Banat di Adriano Valerio). Il cartellone, ormai definito salvo ritocchi, ha come punti ufficialmente certi l'apertura adrenalinica con Everest che porterà sul tappeto rosso del Lido Jason Clarke, Josh Brolin, Robin Wright, Worthington, Keira Knightley, Emily Watson e Jake Gyllenhaal e subito dopo, il 4 settembre, fuori concorso Black Mass con Johnny Depp irresistibile gangster irlandese anni '70 Jimmy "Whitey" Bulger impegnato a sfidare la mafia italiana. Quattro film italiani sembrano troppi? Tralasciando la qualità dei film in questione, che si sottintende alta visto che sono considerati per il concorso principale della Mostra del cinema di Venezia, il numero 'esagerato' ha tutta l'aria di strategicamente attirare una rinnovata fiducia del cinema italiano verso il nostro principale festival.

Il messaggio, neppure troppo nascosto, sembrerebbe essere questo: i grandi autori italiani considerano fondamentale la vetrina di Cannes? Dopo il clamoroso a bocca asciutta di quest'anno vale la pena riconsiderare il mito e affrontare quella che molto spesso è stata quasi un'arena, il Lido, più che una competizione con registi scottati che dissero 'mai più lì'. Con Toronto in piena espansione e concorrenza e con Roma in un certo senso depotenziata dalla scelta di abolire il concorso, Venezia gioca di nuovo il suo ruolo centrale ancor più se si tratta di autori da consacrare. Vedi il caso di Francesco Munzi, applaudito incondizionatamente con Anime Nere, partito lo scorso anno senza premi dalla Laguna, ha trascorso tutti i mesi successivi nei festival di tutto il mondo raccogliendo allori.

Ecco così che stando ai rumors in partenza a inizio settembre per il Lido saranno Bellocchio, Guadino, Guadagnino e Messina. Bellocchio, che pure recentemente è stato tra gli 'scottati' di Venezia con Bella Addormentata, porterebbe Sangue del mio sangue (Rai Cinema) con Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Lidiya Liberman, Filippo Timi, Alba Rohrwacher, in cui si racconta di Federico, un uomo d'armi, viene sedotto come il suo gemello prete da suor Benedetta che verrà condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio (il paese natale di Bellocchio). Nello stesso luogo, secoli dopo, tornerà un altro Federico, sedicente ispettore ministeriale. Giuseppe Gaudino (prodotto da Gaetano Di Vaio e Figli del Bronx con Eskimo di Dario Formisano) racconta di Anna (Valeria Golino) che vive, da quarant'anni, nel suo angolo d'inferno. Prigioniera dei doveri, della famiglia. Confortata da "anime poverelle" del sottosuolo, in realtà circondata da molti demoni, reali e immaginari.

L'internazionale Luca Guadagnino con A Bigger Splash (con diritti di distribuzione in tutto il mondo già assicurati) evoca la Piscina, il film di Jacques Deray con Alain Delon e Romy Schneider per raccontare la storia di una coppia di americani, Paul (Ralph Fiennes) e Marianne (Tilda Swinton, la sua attrice-musa), che trascorre una vacanza in Italia e si trova in difficoltà quando la moglie invita un ex amante e la sua giovanissima figlia (Dakota Johnson, reduce da 50 sfumature), scatenando gelosia e pericolosi scenari erotici. Infine la scommessa Piero Messina, diplomato al centro sperimentale di cinematografia, aiuto regista di Paolo Sorrentino, fa un esordio 'di lusso', prodotto da Indigo e Medusa, con L'Attesa che vede protagonisti Juliette Binoche (e Lou De Lage e Giorgio Colangeli). E' la storia di Anna e Jeanne, isolate in una villa dell'entroterra siciliano, che aspettano insieme l'arrivo di Giuseppe, figlio della prima, fidanzato della seconda. E la loro attesa diventa anche un atto di amore e di volontà.

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