"Mia nonna aveva un solo canale di interazione con il mondo: il cibo. Potevi passare a casa sua a qualsiasi ora del giorno e della notte, e lei ti offriva qualcosa da mangiare. Potevi rassicurarla di avere già assunto il fabbisogno calorico sufficiente a sopravvivere una settimana. E lei ti offriva qualcosa da mangiare". Inizia così il nuovo libro di Chiara Lalli, "All You Can Eat. Atlante alimentare illustrato", con i disegni di Francesca Biasetton, in libreria per Fandango.
Quanti di noi hanno avuto nonne simili? Che non credevano possibile si potesse rifiutare l'offerta di cibo? Che - forse - avevano sofferto la fame e quindi non volevano rischiare di rimanere senza scorte? Oppure erano solo scuse? A partire dalla nonna e dall'assunto che esistano "i geneticamente magri e i geneticamente bugiardi", Lalli elenca una serie di ossessioni, di fissazioni, di scuse e di abitudini bizzarre che ruotano intorno al cibo. Ne viene fuori una divertente carrellata di tipi alimentari in cui ognuno potrebbe riconoscersi: dai procrastinatori ai vegani intransigenti, dai frequentatori seriali di All you can eat e buffet ai fruttariani, dai crudisti agli entusiasti della biodinamica, dagli esperti di vino agli intolleranti al lattosio, fino al "non mangio mica niente" e al classico "ho le ossa grosse".
"Ma c'è anche l'analisi di molti luoghi comuni e credenze erronee: come la convinzione che il naturale e il biologico siano garanzia di bontà e genuinità, che gli Ogm facciano male e che il chilometro zero sia la soluzione di tutti i guai del mondo", spiega l'autrice che con tono lieve demolisce alcune ingenue spiegazioni e abitudini. "Come pensare che si diventi anoressiche perché si guardano le modelle e si vuole diventare come loro. Oppure offendersi se qualcuno ci dice che siamo culoni. O, ancora, suggerire che se facciamo una legge per vietare i siti che incitano alla magrezza risolviamo qualcosa".
Nel nuovo libro di Lalli, che scrive per il Corriere della Sera, Internazionale e Wired, e ha pubblicato diversi libri ("Secondo le mie forze e il mio giudizio. Chi decide sul fine vita", "A. La verità, vi prego, sull'aborto", "C'è chi dice no. Dalla leva all'aborto", per citarne alcuni), c'è infine uno spazio per alcuni traumi infantili: come la richiesta di aspettare 3 ore prima di fare il bagno e la convinzione che dove si fermano i camionisti si mangi bene. In chiusura, un'appendice con alcune indicazioni bibliografiche e le leggi fondamentali delle diete, che potrebbero forse essere riassumibili nella terza: "voler essere magri, ma senza sforzo".