(ANSA) - ROMA - Non perdete 'Fino a qui tutto bene' di Roan Johnson, in sala dal 19 marzo con Microcinema in 80 copie, perche' e' davvero un piccolo miracolo. Un Ecce bombo della generazione della crisi, un po' web series e un po' sit-com, che ha vinto il premio del pubblico al Festival di Roma, tra mille consensi della critica, ed e' costato solo 500.000 Euro.
Nel film il racconto dell'ultimo weekend di cinque studenti a Pisa. Ed esattamente la storia della coabitazione forzata e divertente di Paolo (Paolo Cioni), folletto naif del gruppo (uno capace, per scommessa, di fare sesso con un'anguria); Ilaria (Silvia D'Amico) sessualita' disinibita, aperta in caso anche a pluri-sesso con un coppia di Para', che si ritrova incinta; Vincenzo (Alessio Vassallo), il secchione del gruppo, laureato in vulcanologia e destinato a vincere una cattedra da professore associato in Islanda. C'e' poi Francesca, compagna di Vincenzo, per nulla intenzionata a seguirlo e che preferisce il suo gruppo teatrale 'I poveri illusi'; stessa scelta di Andrea (Guglielmo Favilla) che ha piu' di un problema perche' e' stato lasciato da Marta (Isabella Ragonese), l'unica che davvero ce l'ha fatta ed e' diventata attrice. Un gruppo eterogeneo, questo quintetto, che naviga con ironia nel mare della crisi e dei senza futuro, ma che, nonostante questo, non ha nessuna voglia di mollare .
''Nel 2013 l'Universita' di Pisa mi ha chiesto di fare un documentario sui ragazzi e mi sono sorpreso nel sentire che invece di arrivare lamenti per la crisi mi raccontavano come avessero voglia di combattere. Cosi' - spiega il regista - ho pensato di raccontare alcune di queste loro storie e soprattutto la fine di quel periodo acerbo e protetto. Abbiamo messo cosi' su una specie di Armata Brancaleone - dice Johnson - per essere liberi di fare un film che ci appartenesse davvero. Gli attori dormivano nella casa in cui stavamo girando cosi' da essere e sentirsi davvero coinquilini''. ''Che tipo di commedia e' la mia? Vengo dal centro sperimentale e sento forte l'eredita della commedia Italia - spiega il regista -. Mi sento in qualche modo il nipotino di Scarpelli. Ci distacchiamo pero' dalla commedia tradizionale per la mancanza di cinismo. Abbiamo come abbracciato l'umanita' di questi studenti e cosi' quella parte di cinismo che c'era in noi e' venuta meno''.
Per questo regista pieno di talento a settembre ancora un film, il terzo e il primo non girato a Pisa: ''girero' a Roma per la prima volta. Di scena un ragazzo e una ragazza alle prese con l'amore''. ''Non avevano modelli di comicita' - spiega Silvia D'Amico -. La nostra casomai era comicita' realistica che ci arrivava perche' eravamo anche troppo calati nel nostro personaggio''. Dice, infine, Alessio Vassallo:''Vivere insieme, ovvero avere una esperienza di coabitazione e' una cosa che tutti dovrebbero provare fare. E la cucina, in questi casi, e' il luogo fondamentale dove tutto accade''.(ANSA).
