Alessandra Baldini
(ANSA) - NEW YORK, 06 NOV - Al giro di boa del novantesimo
compleanno, il MoMA torna alle origini riscoprendo l'anima
radicale dell'epoca della fondazione. 7 novembre 1929:
immaginato dalle fondatrici come un luogo dove l'arte moderna
doveva "andare e venire", il museo sulla 53esima strada e'
uscito come un "work in progress" dalla sua ultima (e quinta
ristrutturazione) completata appena in tempo per l'anniversario.
Dal 1929 il MoMA ha continuamente ridefinito l'idea di museo
di arte moderna nella cultura contemporanea occidentale.
All'inizio (e fino al 1952) non aveva una collezione permanente:
il primo direttore, Alfred Barr, lo immaginava come "un siluro
che avanza nel tempo: la punta e' il presente in continua
evoluzione, la coda il passato che arretra di 50, 100 anni".
L'idea di Barr era di vendere opere vecchie di oltre 50 anni ad
altri musei come il Metropolitan e il Whitney, per comprare
creazioni di artisti viventi. Il primo direttore considerava gli
spazi a sua disposizione come un laboratorio per l'esplorazione
delle varie forme della produzione artistica.
Da allora il MoMA ha continuato a allargarsi sia in metratura
che in focus abbracciando installazioni, concettualismo,
performance e video-art. Da ultimo, la rivoluzione culturale del
nuovo look da 450 milioni di dollari che utilizza il progetto
dello studio Diller, Scofidio +Renfro per trascendere il canone
dell'arte occidentale intrecciandone la narrazione con "altre
voci e prospettive": non piu' un universo, ma un "pluriverso" in
cui c'e' spazio per donne, asiatici, latino-americani,
afro-americani, accanto a beniamini del pubblico come "Les
Demoiselles d'Avignon" di Pablo Picasso e la "Notte Stellata" di
Vincent van Gogh.
Tutto comincio' il 7 novembre di 90 anni fa quando Abby
Aldrich Rockefeller e le amiche Lillie P. Bliss e Mary Quinn
Sullivan affittarono uno spazio al dodicesimo piano
dell'Heckscher Building su Fifth Avenue e 57esima strada, quello
dove oggi si trova Bulgari. "Le Ladies", come erano
soprannominate allora, aprirono il nuovo museo al pubblico nove
giorni dopo il crollo di Wall Street con una mostra sanzionata
da loro di capolavori dei maestri del Modernismo. Passarono 10
anni prima che il MoMA si insediasse dove si trova oggi, in un
appezzamento di proprietà della famiglia Rockefeller, con un
progetto realizzato dagli architetti Philip L. Goodwin ed Edward
Durell Stone e oltre 20 prima del primo nucleo della collezione
permanente. Nel 1964 Philip Johnson disegno' l'Abby Aldrich
Rockefeller Sculpture Garden. Prima dell'ultimo rinnovo, aveva
messo le mani agli spazi il giapponese Yoshio Taniguchi, con un
ampliamento pari a 58mila metri quadri.
Nelle ultime trasformazioni l'unica costante e' rimasta Glenn
Lowry: 65 anni e al timone dal 1995, l'anno scorso e' stato
prorogato per altri 7 anni. Lowry resterà in carica fino al
2025: un'estensione temporale tanto lunga da renderlo il
direttore per più tempo al servizio dell'istituto. (ANSA).