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Cartier-Bresson, l'istante è storia

140 immagini per ricordare l'opera di 'Occhio del secolo'

Parerga e paralipomena della Storia, lucide rappresentazioni di attimi diventati icone immortali, fisionomie che svelano caratteri, ritratti del tempo non più effimero ma concreto, reale. Se la vox populi ha chiamato Henri Cartier-Bresson 'Occhio del secolo' il motivo c'è e è tutto nella storia raccontata dai 140 scatti che Comune di Genova, Regione Liguria e Fondazione Palazzo Ducale hanno voluto alla Loggia degli abati per la mostra 'Henri Cartier-Bresson, fotografo' curata da Denis Curi e prodotta da Civita Mostre con la collaborazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson e Magnum Photos Parigi.

La mostra, che rimarrà aperta fino all'11 giugno, racconta del grande fotografo seguendo precise chiavi di lettura. A partire dalla biografica dell'artista francese e da alcune sue descrizioni riportate sui testi di sala. Derrière la Gare Saint Lazare, la sua foto più famosa e inflazionata perché contribuì a creare il mito dell' 'attimo decisivo', scattata probabilmente per caso e caso ha voluto che si realizzasse quella geometria tanto amata dal fotografo à la sauvette. Quella no, probabilmente non è storia, non è la Storia che invece si ritrova in tante altre immagini di Cartier Bresson. Ma ha echi onirici, filosofici che la rimanda direttamente al mito o alla magia dell'incantesimo. Come è stato per Eco e per Narciso, per esempio. Più in là tra gli altri il ritratto di Matisse. L'ironia, il bianco e nero per un artista che fece del colore la sua guida e le gabbie con le colombe, la parodia della Cage aux fauves, movimento cui aderiva il grande pittore e quello di Ezra Pound.

E poi si arriva alla storia per immagini, il fotoreportage, il mondo: l'Oriente, il Messico, l'Italia - quel ragazzino col carretto a Sorrento è una silhouette che ricorda contemporanei squarci di tela -, la Francia, gli States. E quella guerra che Henri Cartier Bresson combatté come partigiano. Vero è che Hcb non amò la fotografia quanto il cinema o la pittura. "Sono solo un tipo nervoso - diceva - e amo la pittura. Per quanto riguarda la fotografia non ci capisco nulla". Anche nelle menzogne c'è un fondo di verità. E basta guardare al fine alcune di queste foto. Tra le tante immagini proposte dalla esposizione genovese quella che mostra un uomo con mantella e bombetta lungo il viale spoglio. Et voilà, Magritte.


   

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