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Al Guggenheim Moholy-Nagy, artista della luce

Nuovo binomio arte e Lavazza. Francesca Lavazza entra nel Board

(ANSA) - NEW YORK -  Il genio poliedrico di un "artista della luce", l'ungherese Lazlo Moholy-Nagy, occupa dal 27 maggio fino al 7 settembre la rotonda del Guggenheim a New York grazie a un nuovo binomio tra arte e Lavazza. Ricca di oltre 300 opere in ogni possibile medium, la prima retrospettiva americana di un precursore impossibile da categorizzare e' stata organizzata dal museo americano in collaborazione con l'Art Institute di Chicago e il Los Angeles County Museum of Art.

Cento anni fa immagino' una visione del futuro molto contemporanea: Moholy-Nagy "scriveva con la luce" ed e' stato "uno dei dei primi artisti multimediali del secolo scorso", ha detto all'ANSA Francesca Lavazza, che in febbraio e' stata eletta - unica italiana - nel Board nel museo. Dopo la mostra sul Futurismo e quella su Alberto Burri, quella di Moholy-Nagy e' la terza grande collaborazione tra gruppo torinese e Guggenheim. "Una delle cose che ci fa sentire a casa a New York e' proprio questa partnership", ha detto Francesca, facendo notare una coincidenza: Moholy-Nagy era nato nel 1895 in quella che oggi e' l'Ungheria meridionale, lo stesso anno della fondazione del gruppo torinese. "Entrambi abbiamo le nostre radici nella sperimentazione, nello sforzo di rinnovarsi continuamente restando allo stesa tempo fedeli a una tradizione".

Pittura, scultura, film, fotografia, pubblicita', design industriale. Per Karol Vail, che ha curato la mostra, Moholy-Nagy e' stato un artista utopico che credeva nel potere dell'arte come vettore di trasformazione sociale. Un profeta della tecnologia da un lato, che innovava con l'uso di materiali sempre piu' nuovi come, la vernice a spray o il plexiglas o la luce elettrica che faceva danzare su apparecchiature create ad hoc e mosse a motore, dall'altro un profeta dell'umanesimo. Le opere in mostra vengono da musei e collezioni private europee e americane, molte non sono state mai esposte in pubblico negli Usa. "La luce era al centro della sua produzione", ha spiegato la Vail all'ANSA, al punto che Moholy-Nagy puo' a tutto diritto esser definito "un artista della luce". Per Lavazza l'ingresso nel Board of Trustees e' una tappa verso nuove collaborazioni. "Una grande responsabilita'", ha detto Francesca Lavazza, che la prossima settimana partecipera' alla sua prima riunione con altre 30 personalita' internazionali. Il nuovo impegno col Guggenheim e con il mondo dell'arte si affianca altre iniziative nel campo dello sport. In settembre Lavazza tornera' agli US Open essendo diventato il caffe' ufficiale di tutti e quattro i tornei del Grande Slam, mentre il mercato americano continua a trainare i profitti con un piu' 35 per cento nel 2015. (ANSA).

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