Citazioni, rimandi, riflessioni sull'eternità della bellezza e l'impermanenza della vita, provocazione e gioco: Jeff Koons, l'artista americano dalle quotazioni stellari, sarà a Firenze dal 26 settembre al 28 dicembre con alcune delle sue opere più famose e spiazzanti, senza timore di confrontarsi con l'arte imperitura di Michelangelo o Donatello, bensì alla ricerca di un dialogo.
Tant'è che la sua monumentale rivisitazione di un capolavoro berniniano, 'Pluto and Proserpina', sarà addirittura installata sull'arengario di Palazzo Vecchio, cosa mai accaduta dalla messa in posa dell'Ercole e Caco di Baccio Bandinelli, quasi 500 anni fa.
Intitolata 'Jeff Koons in Florence', la mostra organizzata dall'Associazione Mus.e, con il contributo della Camera di Commercio, Moretti Fine Art e David Zwirner, sarà l'evento clou che inaugurerà la Biennale Internazionale dell'Antiquariato a Firenze, giunta ormai alla 29/a edizione. A cura di Sergio Risaliti, l'importante iniziativa presenterà in particolare due opere dell'artista, tra i protagonisti assoluti del panorama mondiale, come appunto per Piazza della Signoria la scultura alta più di tre metri, in acciaio inox, lucidata a specchio e con una cromatura in color oro, rivitalizzata da fiori cerulei e ispirata al Ratto di Proserpina del Bernini. Mentre a Palazzo Vecchio, nella Sala dei Gigli, ci sarà il 'Barberini Faun', gesso sfacciato e seduttivo, realizzato nel 2013 nell'ambito della serie Gazing Ball. Quella in cui l'artista rielabora in calchi di gesso alcune celebri sculture del periodo greco-romano, aggiungendovi però, in posizione di precario equilibrio, una sfera di colore azzurro brillante e dalla superficie specchiante. Un gesto concettuale al fine di ribaltare e deviare lo sguardo di chi guarda dall'ammirazione dell'opera classica, quale immagine di pura perfezione, per riportarlo alla realtà individuale e ambientale riflessa immancabilmente sulla superficie lucida. Un lavoro che insiste sulla seduzione del calco in gesso, così puro, leggero, impalpabile, e la suggestione disorientante della sfera azzurra con la sua superficie riflettente come uno specchio.
L'antico Fauno Barberini rivisitato da Koons è una scultura di età imperiale, derivante probabilmente da un bronzo di epoca tardo-ellenistica, che venne rinvenuto a Roma, nei fossati di Castel Sant'Angelo, intorno al 1624 ed entrò quasi subito nella collezione del Cardinale Francesco Barberini, per poi arrivare agli inizi dell''800 in Germania, dove oggi è conservato nella Gliptoteca di Monaco. Restaurato nella bottega del Bernini, il marmo è un capolavoro della classicità che l'artista americano ha preso a simbolo di bellezza assoluta e provocatoria, di forza e potenza. Che però, con quella sfera brillante, in bilico sul ginocchio, denuncia la profonda fragilità dell'essere. Un effetto ancor più amplificato dalla collocazione, a fianco della 'Giuditta e Oloferne' di Donatello, quasi una sfida all'eroina biblica con quella posa sensuale e la plateale esibizione del nudo.
'Pluto and Proserpina', invece, dialogherà con i capolavori michelangioleschi di Piazza della Signoria. Le due figure di Plutone e Proserpina, avvinghiate in un abbraccio drammatico e sensuale, scintilleranno alla luce del giorno e, illuminate durante la notte, strideranno in contrasto con le sculture in marmo e bronzo dell'Arengario. Abbagliante presenza, l'opera di Koons catturerà lo sguardo e la superficie specchiante dell'acciaio funzionerà in modo da assorbire, catturare e liquefare tutto lo spazio circostante, con effetti di splendore abbacinante e di virtuosistica defigurazione. (ANSA).