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Guardando all'Urss, Il realismo socialista in Italia

Dal 30/5 a Palazzo Te, pittura secondo '900 influenzata da Urss

(ANSA) ROMA 26 APR - Le relazioni, gli scambi, gli sguardi, i 'fuochi incrociati' tra arte italiana del secondo dopoguerra e il Realismo socialista fiorito in Urss, sono per la prima volta al centro di una grande mostra allestita dal 30 maggio al 4 ottobre a Mantova, negli spazi delle Fruttiere di Palazzo Te. Un'occasione unica per tornare a riflettere sulle affinità elettive o le divergenze culturali e linguistiche, passando per le opere di artisti italiani come Guttuso, Purificato, Sughi, Turcato, Astrologo, Attardi, Castellani, Trombadori e molti altri e quelle dei sovietici che dal 1934-'56 al '74 parteciparono alla Biennale di Venezia. Intitolata 'Guardando all'Urss. Realismo socialista in Italia dal mito al mercato', l'importante esposizione è stata organizzata dal Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te, con il patrocinio del Mibact, del Consolato Generale della Federazione Russa a Milano, della Regione Lombardia, del Sistema Mantova per Expo. La curatela è stata affidata a Ilaria Bignotti, Vanja Strukelj e Francesca Zanella, le quali (affiancate dai esperti dell'Università di Parma e di altri istituti di ricerca) sono riuscite a mettere a punto una selezione di opere di grande respiro internazionale, nonché numerosi documenti, video, fotografie, manifesti e libri, poco (o per niente) conosciuti al pubblico. La rassegna, del resto, prende le mosse dagli anni della frontale contrapposizione politica, quando per almeno metà degli italiani l'Urss era il mito, il paradiso della giustizia sociale, mentre per l'altra rappresentava la concretizzazione del demonio in terra. Erano gli anni in cui i maggiori intellettuali del paese (come Levi, Calvino, Moravia) compivano il loro pellegrinaggio laico a Mosca e, d'altro lato, lunghe code si formavano all'Ermitage per ammirare i dipinti di Renato Guttuso. Per indagare questa vicenda, da decenni finita in un cono d'ombra, eppure cruciale per lo sviluppo artistico-culturale della nazione, la mostra punta sulla riproposizione dell'immagine mitica dell'Unione Sovietica approdata anche in Italia e sul ruolo assunto dall'iconografia realista nel processo di diffusione e veicolazione

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