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Le origini del gusto, dagli Etruschi a Pompei

Dal 7/3 a Palazzo Mazzetti di Asti usi alimentari dell'antichità

(ANSA) - ROMA, 25 GEN - E' ispirata al tema dell'Expo 2015 'Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita', la grande mostra che si svolgerà a Palazzo Mazzetti di Asti dal 7 marzo al 5 luglio e che approfondirà le consuetudini alimentari consolidatesi nell'antichità sull'intero territorio italiano. Dai Greci agli Etruschi ai Romani, al centro dell'esposizione ci saranno le abitudini, gli usi, gli alimenti, tramandati dalle millenarie civiltà attraverso testimonianze letterarie e artistiche, con una particolare enfasi sull'arte pompeiana.

Intitolata 'Alle origini del gusto. Il Cibo a Pompei e nell'Italia antica', l'importante rassegna è stata promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e dalla Fondazione Palazzo Mazzetti, mentre la curatela è stata affidata ad Adele Campanelli e Alessandro Mandolesi. Il punto di partenza è la consapevolezza di come il cibo rappresenti uno dei principali fattori che qualificano una civiltà, in quanto strettamente connesso alla sfera sociale e religiosa e quindi capace di concorrere alla creazione del senso di appartenenza e a quella che viene definita l'identità culturale di un popolo. Partendo dall'invito a un banchetto di età romana, il percorso espositivo si snoderà dunque in una sorta di itinerario a ritroso nel tempo, puntando anche sull'approfondimenti di alcuni basilari prodotti della terra (grano, olio, vino), fino a comporre un quadro esaustivo delle abitudini alimentari e produttive dei popoli che in antichità abitarono l'Italia.

Questo grazie a una impostazione della mostra di taglio diverso, fondata sull'incontro fra archeologia e tecnologia, dove le ricostruzioni delle attività e delle consuetudini alimentari dei Romani riporteranno, di volta in volta, a quelle relative alle altre importanti civiltà che precedettero la fondazione della città eterna o con essa cui si misurò: dai Greci agli Etruschi, fino agli Italici. Del resto, le conoscenze sulla produzione e sulla cucina romana, e in parte anche greca ed etrusca, sono vaste e di molteplice natura: letterarie, archeologiche, paleo-ambientali. Numerosi i testi scritti, basti pensare al noto manuale di ricette pervenutoci sotto il nome di Apicio o alla cena di Trimalcione nel Satyricon di Petronio, per non parlare della Edifagetica di Archestrato di Gela, una specie di guida gastronomica ante-litteram del mondo antico. Notevole anche il corpus delle informazioni fornite dall'archeologia, soprattutto la quantità di dati proveniente dall'area vesuviana. Pompei, Ercolano e Stabia, sepolte dall'eruzione del 79 d.C. e ritornate alla luce in secoli di campagne di scavo, hanno via via restituito meravigliose raffigurazioni, ambienti completi di arredamenti, impronte di coltivazioni, reperti botanici, zoologici e anche veri cibi carbonizzati.

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