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Da Sol LeWitt a Boetti, la grafica anni '60-70

Dal 6 settembre in mostra a Pordenone 140 opere di arte concettuale

(ANSA) - ROMA - Dal minimalismo di Sol LeWitt al poverismo di Alighiero Boetti, passando per i lavori geometrico-concettuali di Agostino Bonalumi, i principali movimenti artistici degli anni '60 e '70 sono in mostra alla Galleria Sagittaria del Centro Iniziative Culturali Pordenone dal 6 settembre al 9 novembre. Esposte circa 140 opere di grafica (litografie e serigrafie) realizzate dai tre maestri nella seconda metà del '900 e selezionate tra le oltre 1.200 conservate al Museo Casabianca di Malo (Vicenza). Con il titolo 'Lewitt Bonalumi Boetti. Edizioni di grafica dal Museo Casabianca di Malo, l'importante rassegna è anche un'occasione per illustrare la storia e l'attività dell'istituzione vicentina, ospitata nel palazzo seicentesco Morandi-Bonacossi e attiva dal 1978.

La raccolta, tra le più vaste d'Italia, è interamente il frutto della passione e dell'acume di Giobatta Meneguzzo, il collezionista che dalla fine degli anni '50 agli anni '90 ha voluto documentare le varie tendenze e movimenti europei e americani mano a mano che si sviluppavano. Il Museo Casabianca ospita quindi la produzione grafica di artisti quali Burri, Fontana, Manzoni, Castellani, Rauschenberg, Warhol, Jones, Klein, Arman, Christo, Rotella, Schifano, Festa, Vedova, Merz, Kounellis, Paolini, Pistoletto e molti altri (in tutto ben 700), protagonisti assoluti delle sperimentazioni del secondo '900. Solo una piccola parte delle opere è allestita in modo permanente nelle sale del museo, le altre (un migliaio circa) sono a disposizione per prestiti con l'obiettivo di divulgare e fare apprezzare l'arte contemporanea proprio attraverso quei lavori concepiti come seriali, ma non per questo meno importanti delle cosiddette opere uniche. Non a caso, il grande e complesso movimento dell'arte concettuale ha da subito trovato proprio nella realizzazione grafica un fondamentale bacino di ricerca espressiva, che si è tradotto in una produzione di rilevanza storica ed estetica imprescindibile.

La mostra di Pordenone è stata dunque ideata attingendo a questo ingente fondo, con una straordinaria selezione di opere progettata e messa a punto dallo stesso Giobatta Meneguzzo, che ha voluto riportare all'attenzione del pubblico il lavoro grafico di tre artisti di fama internazionale, Sol LeWitt (42 pezzi), Agostino Bonalumi (16), Alighiero Boetti (83 lavori). L'artista statunitense è considerato infatti un protagonista essenziale sia dell'ambito concettuale sia della cosiddetta arte minimal, per il suo costruire le opere grafiche, le pitture, le sculture affidandosi alla ripetizione di moduli essenziali: il segno, il quadrato, il cubo, i colori primari e così via. Le grafiche, in particolare, si affidano a una sorta di tessitura ottenuta con trame di segni, reticoli articolati e vibranti, colori piatti e primari. Agostino Bonalumi, attivo a Milano fin dagli anni '50, è presente con l'edizione grafica 'Diario Italiano 1970', comprendente un contenitore, che è un'opera a sé, e 16 serigrafie di cui sei tavole di immagini, sette testi manoscritti e tre testi dattiloscritti.

Le tavole d'immagini, splendidamente modulate su ritmi non integralmente geometrici, danno conto di idee e temi compositivi. Alighiero Boetti, che con Kounellis, Merz, Paolini, Pistoletto e altri ha fatto parte del gruppo Arte Povera, per allontanarsene poi grazie a invenzioni fortemente legate alla biografia e all'immaginazione, è in mostra con 82 fogli complessivi più contenitore della cartella di litografie 'Insicuro noncurante 1966-1975', un'antologia di lavori e progetti realizzati dal 1966 al 1975.

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