(di Silvia Lambertucci)
(ANSA) - ROMA, 28 GEN - "Una legge per il cinema? Era ora". Il
governo porta in Cdm l'impianto delle nuove regole per il
settore con risorse aumentate, aiuti per giovani e sale storiche
e anche l'abolizione delle vetuste commissioni per la censura,
una legge che si attendeva da anni luce e i primi a metterci il
naso, chiamati da Renzi a Palazzo Chigi per una super anteprima,
sono i quattro premi Oscar Benigni, Bertolucci, Sorrentino e
Tornatore. Testimonial d'eccezione che apprezzano e applaudono,
anche se resistere alla gag sulla bufera che ancora infuria per
il brutto affaire delle statue coperte è comunque impossibile.
"Renzi ci ha accolti nudo", scherza irrefrenabile Benigni quando
dopo un pranzo durato oltre due ore i quattro registi lasciano
il palazzo del governo.
L'idea era quella di spiegare ai grandi nomi del cinema
italiano (tra gli invitati c'era anche Salvatores, anche lui
Oscar, che però era fuori Roma) le linee portanti della nuova
legge che punta a rivoluzionare un sistema di finanziamenti e
non solo, fermo al Dopoguerra. Ed è quello che Renzi, aiutato da
Franceschini e dal vice segretario generale della presidenza del
consiglio Salvo Nastasi, grande esperto del settore, ha fatto,
accolto pare da una raffica di domande anche tecniche dei
quattro ospiti d'onore, che tra un sorriso e un altro hanno
voluto scendere nel concreto. Alla fine foto ricordo scattata e
postata su Istagram e i quattro che lasciano il palazzo assaliti
da cronisti e telecamere, mentre il provvedimento, frutto di un
"lungo lavoro condiviso", come preciserà poi il ministro,
approda finalmente sul tavolo del consiglio dei ministri. A
Tornatore il compito di dare un giudizio nel merito: "Non è una
vera tassa di scopo, non aumentano le tasse per gli esercenti, è
un escamotage che ha la volontà molto forte di dare sprint alla
cultura italiana non solo al cinema. Proposte molto
interessanti", prova a spiegare allontanandosi a piedi tra i
vicoli del centro storico. Accanto a lui anche il regista di
Youth e della Grande Bellezza parla di "proposte interessanti",
mentre Benigni si destreggia tra le telecamere con un fuoco di
fila di battute a tutto campo, che dalle statue passano alle
unioni civili ( "Faremo un'unione civile tutti e tre io Paolo e
Giuseppe, andremo a vivere insieme").
Poche ore e per la nuova legge, in tutto una quarantina di
capitoli, arriva a ruota il semaforo verde del Cdm dopo il
tappeto rosso di Palazzo Chigi. Per il cinema una vera svolta,
con risorse decisamente aumentate e un meccanismo di
finanziamento che per la prima volta libererà il settore dalle
incertezze della finanziaria. "Non è un correttivo ma una legge
strutturale che si attendeva da diversi decenni", sottolinea in
conferenza stampa Franceschini. Di fatto la prima nuova legge
del cinema dal lontanissimo 1949. E nelle premesse, dopo
l'intervento su musei e soprintendenze, anche questa si annuncia
come una rivoluzione, benedetta al momento, oltre che dai
quattro premi Oscar anche dalle associazioni di categoria, "la
legge di sistema più avanzata in Europa", applaudono Anica,
Anec, Apt e Anem. Il modello, premette non a caso Franceschini,
è in parte quello francese, ma "va oltre". Tra le novità più
importanti la nascita di un nuovo Fondo per il cinema, che "non
potrà mai andare sotto i 400 milioni" e che "sarà alimentato al
12 per cento dal gettito Ires e Iva di chi utilizza i contenuti,
tv, provider telefonici e distributori cinematografici". Nonché
interventi per aiutare gli under 35 e le opere prime e favorire
in tutti i modi il cinema in sala ("L'idea di fondo è che il
cinema debba essere vissuto in sala" spiegano dal Mibact)
aiutando in particolare le sale storiche. Ma il provvedimento
prevede anche l'abolizione delle super vetuste commissioni e
quindi della censura di stato (Come già avviene in altri settori
e sostanzialmente tutti i paesi occidentali, saranno gli stessi
operatori a definire e classificare i propri film. Lo Stato
interviene e sanziona solo in caso di abusi). E apre la strada (
ci vorrà un decreto a parte) a norme più stringenti per il
cinema italiano in tv, con "sanzioni concrete", sottolinea il
ministro, per chi quelle norme - che del resto già esistono -
non le rispetta. Lasciate da parte le battute l'assist migliore
arriva proprio da Benigni, "Non è un programma di rilancio
perchè non ce ne è bisogno, ma di attenzione al cinema, un
settore per il quale non si legifera da anni. Siamo grati a
Renzi e Franceschini".(ANSA).