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Venezia, in viaggio con Blanka nelle favelas di Manila

Premio sociale e giuria giovani per film prodotto in Italia

Un po' di Italia al Festival di Venezia ha già vinto. E' il film "Blanka", regista giapponese, ambientazione e attori filippini, ma produzione prettamente italiana. Si è aggiudicato due premi minori (Critica sociale e Lanterna Magica) ma, partito in sordina e senza grandi aspettative, è riuscito a farsi largo tra pellicole ben più quotate. 

Blanka è una ragazzina di undici anni, abbandonata dalla madre. Vive nelle baraccopoli di Manila e si arrangia ogni giorno tra elemosina e piccoli furti ai danni dei turisti per andare avanti e mettere qualcosa da parte. Il suo sogno è quello di risparmiare abbastanza "per comprarsi" una mamma. Ma l'incontro inaspettato con Peter, un musicista cieco, e le esperienze della vita quotidiana le insegneranno che, anche in un mondo di abbandono e mercificazione dei rapporti umani, una famiglia non si compra, ma si può costruire con affetto e solidarietà.

Raccontando la storia dal punto di vista di Blanka e degli altri ragazzi di strada che la accompagnano, il film, diretto da Kohki Hasei e prodotto dalla italiana Dorje Film in collaborazione con la Biennale College Cinema di Venezia, si è aggiudicato il Premio di critica sociale "Sorriso diverso Venezia 2015", destinato all'opera che "meglio valorizza i temi dell'integrazione e dell'inclusione sociale di persone emarginate, poiché riconosciute diverse o provenienti da situazioni socio-economiche svantaggiate", e il Premio "Lanterna Magica", assegnato dai Cinecircoli Giovanili Socioculturali, al film ritenuto "più vicino per tematiche e linguaggi al mondo giovanile".

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