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Venezia 2015: Eddie Redmayne trans in The Danish Girl si candida ad un premio

La storia del primo uomo operato per diventare donna

Raccontare in The Danish Girl la storia del primo uomo operato per diventare donna è più che fare un semplice film. Il cinema, con le emozioni che provoca, è uno dei linguaggi capaci più di altri di incidere sottilmente e in profondità nella società e di intercettarne i cambiamenti, specie se parla delle relazioni sociali e familiari.

Come accaduto al festival di Cannes con l'inedito Carol di Todd Haynes (1 gennaio 2016) con Cate Blanchett in lotta per affermare il diritto di innamorarsi di una donna, così accade oggi alla Mostra del cinema di Venezia con il film di Tom Hooper (4 febbraio) con Eddie Reydmaine transessuale.

IL TRAILER

LA SCHEDA DEL FILM

Agli Oscar c'è da scommetterci i due straordinari protagonisti idealmente si sfideranno. Sono entrambi film-manifesto che, pur raccontando storie accadute in altre epoche, sembrano parlarci all'oggi. E il tema è davvero di attualità: il dibattito sul gender investe la società, a cominciare dall'educazione scolastica e persino la moda con la sua tendenza no-gender, indifferentemente uomo/donna, trasversale ai sessi. Stiamo davvero cambiando? ''Accoglienza, tolleranza, amore queste sono le uniche cose che contano per l'essere umano. Il film - dice Hooper - parla dell'inclusione che è resa possibile solo dall'amore''. Eddie Reydmaine, che è un attore fantastico e di una bravura incredibile, è alla prima prova dopo l'Oscar ottenuto per l'interpretazione di Stephen Hawking nel film La teoria del tutto, spiega: ''Vivere una vita autentica, questa è l'ambizione che dovrebbe avere ciascun uomo, non importa in che corpo sei. Il gender è la natura sessuale, uomo o donna, con cui vieni al mondo, sentimenti e sessualità possono essere altri ed avere mille sfumature.

The Danish Girl è un viaggio nel gender, ci si può non identificare con il genere maschile o femminile cui si appartiene''. Regista e protagonista ritengono questo film ''importante per la tolleranza e per il mondo Glbt'' perchè la storia spinge lo spettatore a soffrire con il protagonista ''che decide di raccogliere la voce di infelicità che gli parla dentro per rivelare anche a se stesso di essere donna''. La compassione con cui osservi la vera storia del pittore danese Einar Wegener che riuscì a farsi operare per diventare donna nell'Europa a cavallo tra il '20-'30 è quello che può fare la differenza per lo spettatore di oggi. ''Viviamo in un mondo diviso, pensiamo alle immagini dell'esodo biblico dei profughi, solo amore e compassione ci salveranno. A salvare Einar - racconta Hooper - è stata la moglie Gerda (Alicia Vikander) e il suo amore sincero che ha reso possibile la trasformazione ed è questo che voglio arrivi allo spettatore perchè al fondo questa è una storia d'amore''.

Redmayne (modello, attore in Elizabeth, Marilyn, Saving Grace, Les Miserables, I pilastri della terra) ricorda gli incontri avuti preparando il film con la comunità transgender, sia persone giovani che di altre generazioni, ''sono stati generosi e disponibili nel raccontarsi. Facevo un film sulla loro icona Einar diventato Lili Elbe e sapere quanto era importante per quelle persone far vedere vite autentiche mi ha galvanizzato. Ho incontrato anche una coppia di Los Angeles: lei aveva aiutato lui a diventare lei e il sentimento che li univa era fortisssimo''. Per l'attore è una trasformazione sullo schermo impressionante, ''sono stato fortunato di poter raccontare questa storia straordinaria, ne parlavamo da anni, ora i tempi erano maturi. per me è un sogno che si realizza e un omaggio al coraggio di questa persona''. Come si vede in The Danish Girl, Lili Elbe fu assegnata al genere maschile alla nascita sebbene la sua identità fosse femminile. Usando la terminologia contemporanea lei dovrebbe essere descritta oggi come donna transgender al femminile. In pratica prima della sua transizione (il passaggio chirurgico per cambiare il sesso) Lili visse come Einar Wegener, sarebbe sbagliato, tiene a dire il regista, riferirsi a lei come 'un trans'. ''Chiamare le cose con nomi propri aiuta la comprensione e l'inclusione'' dice.

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