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Da Al Pacino al set di James Franco, ecco cosa resta

Bilancio per emozioni e curiosità della Mostra appena conclusa

(ANSA) - VENEZIA, 7 SET - Cosa resterà di Venezia 71? Ecco le cinque cose da ricordare in un bilancio della Mostra del cinema appena conclusa.
    AL PACINO SUPERSTAR: tirato per la giacchetta per quasi tre giorni, ospite con due film - l'efficace The Humbling di Barry Levinson e Manglehorn di David Gordon Green - due red carpet, due conferenze stampa, altrettante cene e ulteriori cocktail, è stato il protagonista della Mostra del cinema di Venezia 2014, capace di radunare folla davanti al Palazzo del cinema come pochi altri. Lui, va dato atto, si è prestato docilmente tirandosela ben poco, anche se avrebbe potuto.
    IL VERO SET DI JAMES FRANCO: Cinema nel cinema, se ne parla sempre, ma stavolta è accaduto davvero con il grande camaleontico James Franco. Finto red carpet per girare il suo nuovo film Zeroville, realizzato sul vero red carpet dell'Urlo e la furia. Quando si è presentato calvo, ray ban a specchio, camicia sbottonata fino alla cinta, non tutti hanno capito di trovarsi su un vero set anziché alla proiezione ufficiale. Uno dei rari momenti adrenalici di Venezia 71.
    LE SPOSE IN CORTEO: Se James Franco ha fatto sentire protagonisti gli accreditati del festival, il corteo nuziale siriano-palestinese di Io sto con la sposa è stato il momento più commovente. Il film, che ha avuto tre riconoscimenti, ha una storia bellissima, è stato realizzato da tre coraggiosi autori per aiutare un gruppo di migranti a raggiungere la Svezia beffando la Fortezza Europa. E non è passato inosservato grazie alle decine di spose che hanno provocato l'applauso più emozionante del red carpet 2014.
    PREMONIZIONI DA OSCAR: Per la legge di Murphy che si materializza anche al Lido, tra le cose da ricordare di Venezia 71 c'è anche quella di aver mostrato in anteprima, come accadde lo scorso anno con Gravity di Cuaron, il film che sarà probabile protagonista alla notte degli Oscar: Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu con un cast gigantesco guidato da Michael Keaton. Ha aperto il festival, è piaciuto all'unanimità più di tutti gli altri, ha messo d'accordo critica e pubblico. Ma è stato ignorato dalla giuria guidata da Alexandre Desplat. Un classico.
    TITOLI COMICI: Si accettano scommesse su chi ricorderà domani, per non dire oggi, per intero e completo il titolo del Leone d'oro. Non in lingua originale, lo svedese, perché sarebbe impossibile, ma a scelta in inglese o italiano: Un piccione seduto su un ramo che riflette sull'esistenza - A pigeon sat on a branch reflecting on existence. Il programma di Venezia 71 ha messo a dura prova di memoria la stampa (il film di Andersson dall'inizio è stato 'Il piccione') e in difficoltà gli autori delle didascalie. Non basta: cosa vogliamo dire del Leone d'argento? The Postman's White Nights, le notti bianche del postino ma anche Le dernier coup de marteu, l'ultimo colpo di martello non scherza quanto a comicità.
    LA NUOVA SALA DARSENA: La Mostra quest'anno sarà ricordata anche per il varo della nuova sala Darsena, 1400 posti, completamente rinnovata, tutta confortevole, piena di luce che filtra attraverso le vetrate, decorata all'esterno con tavole di legno in uno stile vagamente nordico, alla Alvar Aalto (anche da lì bisognava capire che tirava aria di premio al Piccione).
    Bellissima, da godere a prescindere dal film. (ANSA).
   

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