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De Gregori, mio ritratto in movimento

A settembre il racconto con foto inedite Guarda che non sono io

    Un libro speciale, con foto inedite, interviste esclusive, parole e immagini, ma soprattutto il primo in cui Francesco De Gregori si è lasciato coinvolgere e al quale ha dato "volentieri un contributo". Arriva a settembre 'Guarda che non sono io', che sarà presentato il 20 luglio in anteprima al Festival Collisioni di Barolo e già sale l'attesa dei fan dell'autore di Rimmel, applaudito in un affollato incontro al Salone del Libro di Torino.
    "Il titolo è una provocazione, un modo per dire che non si esaurisce tutto qui. Non c'è la pretesa di celebrare una carriera e vita artistica, non mi sarebbe piaciuto un libro così. E' invece un modo di accostarsi a qualcosa in movimento.
    La sua forza è proprio di non voler essere conclusivo" ha detto Gregori. "Difficilmente uno che fa il mio mestiere ammetterà di aver chiuso. Certo qui ci sono molte tracce di me, ma è tutto discreto, sfocato come in certe foto artistiche. Non esaurisce nulla e non promette di dire tutto quello che fa uno che fa il mio mestiere" spiega De Gregori che sta lavorando a un nuovo disco in uscita a Natale in cui torna alle sue vecchie canzoni e le restituisce alla voce di oggi. "Un disco di cover di me stesso. Qualcosa di molto narcisistico ma che ha un bel suono per le mie orecchie. Che mi sta coinvolgendo ed emozionando".
    Per 'Guarda che non sono io', formato 24X25, 240 pagine, ha aperto invece i cassetti di casa De Gregori e mostra anche le sue foto da ragazzo, ma soprattutto ci sono i manoscritti in cui si vede come lavora alle canzoni. E poi i viaggi, i live, i backstage, gli incontri. A cura di Silvia Viglietti, editrice della SVpress che lo pubblica, e di Alessandro Arianti, pianista dell'artista e anche fotografo, comprende un'intervista esclusiva di Steve Della Casa e una di Gabriele Ferraris a Guido Guglielminetti, produttore di Francesco da quasi 25 anni. "E' un racconto - aggiunge Arianti - di quello che può aver visto una persona che ha avuto la fortuna di condividere il palco con Francesco".
    Tornato a Torino, una città che ha sempre amato da quando l'ha conosciuta negli anni '70, per il Salone del Libro, De Gregori è un appassionato "medio buon lettore", ma soprattutto è un onnivoro acquirente di libri che gli piace anche regalare.
    "La lettura - dice - è due cose apparentemente in contraddizione: è un momento intimo, di autoanalisi, ma è anche un momento di condivisione ed è questa la cosa più affascinante.
    Sei solo con il tuo libro ma in condivisione con un popolo di lettori possibili". E qualche volta è successo anche che in modo molto diretto un libro abbia ispirato un suo album. "E' accaduto con il libro di poesie di H.M.Enzesberger 'La fine del Titanic' che trovai in libreria - spiega - nel 1981-82. Mi fece una grande impressione e mi ispirò una canzone sul Titanic che è diventata un disco. In generale tutti quello che ho letto è andato a finire in maniera sotterranea, inconsapevole, in quello che ho messo nelle mie canzoni".
    Ma l'idea di scrivere un romanzo non ha mai sfiorato De Gregori: "Sono soddisfatto di quello che faccio. La mia vita è piena di musica che non mi lascia tempo. Senza togliere nulla a chi dei miei collegi ha fatto questo, come Luciano Ligabue di cui mi sono piaciuti molto i libri, io non ho mai avuto questa voglia". (ANSA).
   

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