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Cremonini, nei palazzetti spazio a musica e all'abbraccio

Primo sold out al Forum di Assago, tra colori e canzoni

MILANO - Ridimensionando le misure ma non le ambizioni artistiche, Cesare Cremonini ha tradotto dagli stadi ai palazzetti un concerto che racconta 20 anni di musica tra cantautorato italiano e rock inglese. Il bolognese l'ha dimostrato il 9 novembre al Mediolanum Forum di Assago, di fronte a 11mila persone (dato degli organizzatori), sold out straripante che si ripeterà domani, prima che il tour indoor venga a chiudersi proprio qui, il 16 dicembre.
    Al fianco c'è sempre Ballo al basso e banjo, e una band con ottoni, chitarre e cori. Ma i cori più forti sono quelli del Forum: entusiasta nel prologo su 'Possibili scenari', danzante su 'Kashmir-Kashmir', inneggiante su 'PadreMadre'. Cremonini sa giocare con le attese del pubblico, usando le canzoni ma anche il carisma: tra manierismi alla Mercury e gesti da maestro del coro con i quali governa i canti della platea, l'artista non si fa sovrastare dalla scenografia, che riprende la produzione degli stadi con i piani obliqui e i colori fluo blu e rosa.
    Anzi, più dello show, contano l'abbraccio e la resa musicale: 'La nuova stella di Broadway' e 'Latin Lover' sono accolte e accompagnate da boati, mentre 'Lost in the weekend' scatena una danza collettiva e 'Un uomo nuovo' mette in mostra una voce in forma. Dopo l'esplosione di colori di 'Buon viaggio (share the love)' arriva il raccoglimento quando Cremonini siede al pianoforte, introdotto dal sax di Gabriele Bolognesi. La scaletta, finora pressoché invariata rispetto agli stadi, si apre qui a una rarità come 'Momento silenzioso' del 2005: "E' una canzone che conoscono in quattro gatti - dice il cantautore dal palco - Ma sono quei quattro che ci seguono dall'inizio -inizio: questo tour è la possibilità di venire a casa vostra, e per questo volevamo ringraziare quelli che hanno condiviso il successo, ma anche quelli che c'erano quando non era tutto così". Questo atto centrale è il più denso di valore, musicale e umano: a 'Una come te' arrangiata alla Nina Simone e conclusa da un momento commento autoironico, e alla dondolante 'Vieni a vedere perché' segue infatti il crescendo più esaltante su 'Le sei e ventisei', quando i fiati sanno di beatlesiano e preludono a una nuova apertura.
    E' quello che si verifica con 'Mondo', con tanto di duetto di Jovanotti sui maxischermi, e quindi con 'Logico #1' e 'GreyGoose', due tra i momenti più energetici e pop della serata. Dopo le danze, un altro momento raccolto è quello con Andrea Morelli alla chitarra: qui, sul palchetto diagonale, il cantante parla di sé e della sua poetica, intonando 'Dev'essere così' e 'Al tuo matrimonio', chicca dall'ultimo album. "Se non avessi disgrazie d'amore - dice tra il serio e il faceto - Di cosa canterei?".
    Si tratta dell'ultima boccata d'aria prima di un finale tutto d'un fiato, elettrico, con 'Il pagliaccio' e quindi '50 Special', immancabile tributo agli esordi e momento di memoria collettiva. 'Nessuno vuole essere Robin', una delle hit di 'Possibili scenari', fa da toccante congedo e chiude un cerchio sull'umanità aperto da 'Kashmir-Kashmir' oltre due ore prima. Un brano accolto da boati non meno del bis, 'Un giorno migliore', che chiude il sipario.

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