FOTO di MASSIMO PERCOSSI
Carenze igieniche e sanitarie, falò all'aperto per riscaldarsi e bollire l'acqua che arriva nelle taniche, tanta solitudine e poca speranza.
Nel presidio umanitario di primissima accoglienza nei pressi della stazione Tiburtina a Roma, noto a tutti nella Capitale come ex Baobab, la vita per i circa 200 migranti è dura.
Il presidio è aperto dal 2016 ed è stato più volte sgomberato fino alla concessione di un'autorizzazione straordinaria
I migranti, arrivano in transito verso altre regioni italiane o altri paesi europei. La maggior parte sono nuovi, ma ci sono anche migranti ai quali è scaduto il permesso di soggiorno o che hanno perso il lavoro o un alloggio. Si tratta per lo più di senegalesi, nigeriani, etiopici, sudanesi, qualche siriano.
In un capannone bianco ci tengono anche lezioni di italiano di base con professoresse e maestre pensionate.
Tra i volontari che portano cibo e vestiti ci sono anche operatori internazionali.