(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 22 OTT - I Palestinesi contro la
Dichiarazione Balfour: o la Gran Bretagna corregge quello
"storico errore" del 1917 o sarà portata a risponderne in
Tribunale. A confermare la volontà di Ramallah è stato oggi il
ministro degli Esteri Ryad al-Malki a pochi giorni dalle
celebrazioni di Londra per i 100 anni della Dichiarazione del 2
novembre 1917. In quel documento storico il capo della
diplomazia inglese dell'epoca Arthur Balfour, durante la Prima
Guerra mondiale, certificava il "favore" con il quale il governo
britannico vedeva l'istituzione di "un focolare nazionale
ebraico" ('National home for the Jewish people') in Palestina,
allora provincia dell'Impero Ottomano.
Un impegno a raggiungere "l'obiettivo", messo nero su bianco
e inviato a Lord Lionel Walter Rothschild, esponente della
comunità ebraica inglese di allora e legato al movimento
sionista. "Andremo avanti con le procedure legali se la Gran
Bretagna - ha detto al-Malki in un'intervista alla stampa
palestinese - insiste nella sua posizione".
Una ricorrenza che la Gran Bretagna si appresta a celebrare:
sia Theresa May sia Benyamin Netanyahu sono attesi come ospiti
d'onore alla commemorazione organizzata a Londra il 2 novembre
da un'associazione di Amici d'Israele. Ma anche un anniversario
fortemente contestato dai palestinesi: il presidente Abu Mazen
nell'intervento dello scorso settembre all'Onu ha bollato la
Dichiarazione come "una storica ingiustizia" chiedendo alla Gran
Bretagna compensazioni e correzioni. In ogni caso, non una
ricorrenza - ha aggiunto Abu Mazen - da festeggiare. Finora la
Gran Bretagna ha replicato picche, come denunciato da al-Malki.
"Abbiamo provato - ha spiegato - a lasciare alla Gran Bretagna
una via d'uscita attraverso una serie di suggerimenti: scusarsi
o riconoscere lo Stato di Palestina, rivedere la Dichiarazione o
emetterne un'altra a sostegno del nostro diritto di stabilire
uno Stato che sia supportato dalla Gran Bretagna". Ma, a quanto
sembra, ha precisato al-Malki, "alcuni rappresentanti inglesi
ritengono ancora che la Gran Bretagna non debba scusarsi con
nessuno". E così - ha concluso - sono rimasti soltanto "gli
strumenti legali" se Londra "insiste sulla sua posizione". I
palestinesi hanno più volte sostenuto che Balfour promise ad
altri terra che non apparteneva agli inglesi, favorendo così, a
loro giudizio, la futura nascita di Israele. Secondo gli
storici, la Dichiarazione si inseriva nella sistemazione
complessiva disegnata dagli Alleati per l'Impero Ottomano una
volta sconfitto sul campo come poi avvenne. E si inquadrava
nell'Accordo segreto Sykes-Picot del 1916 con il quale Londra e
Parigi, in linea con le politiche complessive di allora, si
spartivano in rispettive sfere di influenza il Medio Oriente.
La Dichiarazione Balfour fece parte nel 1920 a Sevres del
Trattato di pace con la Turchia che ratificò anche il Mandato
Onu della Gran Bretagna su quel territorio. Nel 1947 le Nazioni
Unite votarono la spartizione del Mandato in due Stati: uno
ebraico e l'altro arabo. Decisione accettata dalla leadership
ebraica che dichiarò la nascita dello Stato di Israele nel 1948,
non appena gli Inglesi lasciarono la Palestina, e rifiutata
invece dagli arabi.(ANSAmed)