(di Anna Lisa Rapana')
(ANSA) - WASHINGTON, 22 LUG - Sempre più a rischio la
posizione di Jeff Sessions, il capo della Giustizia americana
giù oggetto di critiche da parte del presidente Trump, ma che
rimane nell'occhio del ciclone dopo le ultime rivelazioni di
stampa secondo cui in contatti con l'ambasciatore russo lo
scorso anno parlò della campagna elettorale del tycoon. Che
torna ad attaccare la stampa ed in particolare il New York
Times: con le sue rivelazioni avrebbe fatto fallire un piano per
uccidere al Baghdadi.
E' il Washington Post a scrivere che l'ambasciatore russo a
Washington, Sergey Kislyak, ha riferito a suoi superiori a Mosca
di aver discusso di temi legati alla campagna elettorale di
Donald Trump con Jeff Sessions, durante la stessa campagna nel
2016 quando Sessions era consigliere di Trump per la politica
estera. E' quanto emerge -scrive il giornale citando fonti
ufficiali- dai resoconti di Kislyak relativi a due conversazioni
con Sessions che sono stati intercettati da 007 americani.
In un primo momento Sessions non aveva reso noti i suoi
contatti con Kislyak, ammettendo poi di averlo incontrato aveva
pero' specificato di non aver parlato della campagna elettorale.
Dalle informazioni di intelligence raccolte cui il Post fa
riferimento risulta invece che Kislyak ebbe con Sessions
conversazioni "consistenti" su temi relativi alle posizioni di
Donald Trump circa i rapporti con la Russia. E' vero anche che
le informazioni prese in considerazioni riguardano
intercettazioni di intelligence raccolte nell'ambito del
consueto monitoraggio che le agenzie americane operano nei
confronti di rappresentanti russi e che sono quindi da
attribuirsi ai resoconti di Kislyak, ma le rivelazioni giungono
comunque in un momento di particolare tensione per Jeff
Sessions, dopo che il presidente ha affermato che non lo avrebbe
mai scelto come ministro della Giustizia se avesse saputo che si
sarebbe astenuto dalle indagini sul Russiagate.
Adesso pero' il presidente lo difende, o piuttosto torna a
fare ferro e fuoco contro i media, tornando a scagliarsi via
twitter contro le 'Fake News': "Una nuova FUGA DI NOTIZIE SU UN
CASO DI INTELLIGENCE da parte dell'Amazon Washington Post,
questa volta contro il ministro della Giustizia Jeff Sessions.
Queste fughe di notizie illegali, come quelle su Comey, devono
cessare!", scrive. Ma la sua ira non e' solo diretta al Post.
Trump sferra anche un duro attacco al New York Times,
accusandolo di aver fatto fallire un piano degli americani per
uccidere il leader dello Stato Islamico al Baghdadi. "Il
fallimentare New York Times ha vanificato gli sforzi degli Usa
per uccidere il terrorista più ricercato, Al-Baghdadi (il capo
dell'Isis, ndr). La loro agenda malata sulla Sicurezza
Nazionale", ha scritto il presidente Donald Trump. Il New York
Tomes replica: "Il Pentagono no obiettò alla pubblicazione
dell'articolo". Ma inoltre spiega il misterioso messaggio di
Trump, ricostruendo le circostanze che possano averlo ispirato.
Il giornale ipotizza che il presidente possa aver reagito ad un
servizio di Fox News trasmesso proprio prima che Trump
intervenisse su Twitter e in cui si citava il generale americano
Tony Thomas che ad un forum ha dichiarato che le forze americane
erano particolarmente vicine ad al Baghadi dopo che in
un'incursione del 2015 erano state recuperate informazioni. "Una
pista ottima. - ha detto Thomas - Sfortunatamente venne fatta
filtrare da un importante quotidiano nazionale una settimana
dopo e la pista scomparve". Secondo Fox il generale si riferiva
ad un articolo del New York Times del giugno 2015. "il Pentagono
non pose alcuna obiezione alla pubblicazione dell'articolo e
nessun funzionario americano senior se ne è mai lamentato
pubblicamente fino ad ora", scrive il New York Times.