>>>ANSA/ Kuki Gallmann ferita in Kenya, uccisi due aggressori

 - ROMA - Sono state uccise dalle forze di sicurezza del Kenya due persone sospettate di essere tra coloro che hanno sparato allo stomaco alla scrittrice e ambientalista italiana Kuki Gallmann nel suo ranch. Lo ha reso noto oggi il ministro della sicurezza interna di Nairobi, Joseph Nkaissery, aggiungendo che è stata trovata un'arma che viene esaminata e che altre persone sospette sono state arrestate.
    Kuki Gallmann, 74 anni, nata a Treviso ma in Kenya da 45 anni, è stata colpita da colpi d'arma da fuoco ieri mentre insieme al suo autista e alla figlia Sveva stava controllando i terreni del suo ranch situato a circa 300 chilometri da Nairobi.
    Le sue condizioni sarebbero stabili dopo un'intervento chirurgico durato 7 ore al quale è stata sottoposta nell'Aga Khan Hospital della capitale. La figlia e l'autista non sono stati colpiti.
    Qualche tempo fa nel ranch era scoppiato un incendio doloso, probabilmente appiccato dai pastori nomadi che, a causa della siccità, non trovano pascoli 'liberi' per i loro animali. Autori dell'attacco di ieri, secondo l'associazione dei proprietari terrieri, sarebbero proprio un gruppo di pastori che in varie occasioni hanno invaso i 400mila metri quadrati di terreni vicini alla Rift Valley.
    Nkaisser ha definito l'attacco alla scrittrice un "fatto isolato di criminalità". La siccità e la conseguente carestia stanno mettendo in ginocchio buona parte del Kenya e in quasi metà del Paese è in vigore lo stato di calamità naturale. Almeno 30 persone sono morte in scontri tra proprietari terrieri e pastori che cercano di salvare i loro animali e se stessi.
    L'ambasciatore Usa in Kenya, Robert F. Godec, ha condannato l'attacco alla Gallmann affermando che "la violenza non è mai una soluzione" ai problemi. In questo caso "il problema" è la mancanza d'acqua, con la stagione delle piogge in ritardo di oltre un mese e gli allevatori disperati e impotenti di fronte agli animali che muoiono di fame. E la carestia che - secondo l'allarme a più riprese lanciato dalle organizzazioni umanitarie e dall'Onu - sta falcidiando anche le persone.
    Kuki Gallmann comunque - fanno notare gli ambientalisti - è da tempo presa di mira anche dai bracconieri che osteggiano la sua decennale battaglia per salvare animali a rischio come elefanti, rinoceronti e bufali.
    Esercito e polizia del Kenya da tempo affermano di impegnarsi con decisione per tenere sotto controllo, disarmare e allontanare dai ranch i pastori nomadi. Ma il loro intervento, oltre a non essere stato risolutivo, ha ulteriormente esacerbato gli animi. Secondo l'associazione dei proprietari terrieri poi, proprio il governo di Nairobi sarebbe all'origine della recrudescenza delle violenze, avendo a più riprese in campagna elettorale incitato gli allevatori a prendersi le terre di cui hanno bisogno. (ANSA).