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Renzi difende il Def: "Abbiamo sempre trovato le coperture e continueremo a farle"

Il premier in partenza per il nord-est: "Vado ad incontrare chi il Pil lo produce non chi lo analizza"

Torna a difendere i conti del Def il premier Matteo Renzi in partenza per il Veneto dove, sottolinea con una punta polemica: "vado ad incontrare chi il Pil lo produce non chi lo analizza".

"Come sempre - sottolinea Renzi - a ottobre gli esperti ci dicono che le nostre misure non hanno copertura e i numeri non tornano. Rispetto le loro tesi anche se ricordo che dicevano la stessa cosa per gli 80 euro, per la tassa sulla prima casa, per il JobsAct e i suoi incentivi, per l'Irap costo del lavoro, per le tasse agricole, per il patent box e il superammortamento o per i soldi in più sulla scuola o sulla cultura. Abbiamo sempre trovato le coperture, smentendo le previsioni negative: continueremo a farlo.

"Il Pil programmatico non è una scommessa (VIDEO). 

Il governo non fa nessuna scommessa ma un calcolo, pure prudente, della spinta al Pil che arriverà con la prossima manovra. E il premier Matteo Renzi, risponde ai detrattori che: "essendo previsioni glielo dico tra un anno chi ha ragione, l'ultimo anno siamo stati più prudenti della realtà ed è andata meglio". L'obiettivo di una crescita all'1%, quindi, secondo Pier Carlo Padoan, è certo "ambizioso", perché l'esecutivo non può non esserlo, ma "realizzabile". Il giorno dopo i dubbi espressi da Bankitalia, Ufficio parlamentare di Bilancio e Corte dei Conti, il ministro dell'Economia difende così le nuove stime del quadro macroeconomico e conferma che si andrà avanti sulla base delle previsioni indicate con la nota di aggiornamento al Def, senza però alcun braccio di ferro, né in Italia né in Ue, ma seguendo la via del dialogo. E sempre il premier precisa: "la crescita è ripartita" anche se al momento è come "una macchina il freno a mano ancora tirato". Ma all'orizzonte non si vede nessuna correzione, almeno al momento, né passo indietro: "Il Pil programmatico non è una scommessa. E' la stima dell'effetto che la manovra produce sul prodotto" ha detto il titolare di via XX Settembre in Parlamento. E davanti alle opposizioni e alla stessa maggioranza che chiedevano se ci sarebbero state revisioni in particolare dopo la mancata validazione da parte dell'Upb, il ministro ha ribadito che "il governo conferma il suo quadro programmatico all'1% e lo fa sulla base della consapevolezza che questo risultato" viene dalla "valutazione dell'impatto delle misure" della prossima manovra "sul tasso di crescita". Ai previsori, compreso l'ufficio parlamentare di bilancio, mancano queste specifiche informazioni ma proprio per questo "ci sono i margini per chiudere il gap" tra le diverse stime. 

Le audizioni sul Def

 

Anche il Fondo Monetario Internazionale intanto ha rivisto, al ribasso, i numeri dell'Italia per quest'anno e il prossimo, ritoccando sia la crescita (+0,8% nel 2016, come il governo, ma +0,9% nel 2017) sia, soprattutto, il peso del debito pubblico che salirà sia quest'anno sia il prossimo, rispettivamente al 133,2% e al 133,4%. Una differenza sensibile con i dati indicati da Roma, visto che nella Nota si prevede un debito al 132,8% nell'anno in corso ma in discesa al 132,5 il prossimo. La differenza la farà il processo di privatizzazioni sul quale, ha confermato il ministro, il governo ha "ferma intenzione di andare avanti" dopo il rallentamento di questi mesi da imputare alla "alta volatilità dei mercati". Ma la "sostenibilità del debito", ha assicurato Padoan, rimane oggetto di "massima attenzione". Guardando al potenziale di crescita che il governo conta di stimolare con la manovra, il ministro ha sottolineato che non c'è stata alcuna "sovrastima" e che, anzi, ci potrebbero anche essere "sorprese positive", visto che da un punto di vista tecnico in una fase di bassi tassi e rischio deflazione "facciamo fatica a stimare i moltiplicatori", che sono quindi adottati in modo prudente. Inoltre nello stesso quadro disegnato dall'esecutivo non vengono calcolati gli effetti positivi dell'utilizzo dell'extradeficit per la messa in sicurezza del territorio sia dal rischio sismico sia da quello idrogeologico. Dopo il terremoto, dice tra l'altro il capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo Gianni Pittella "non vedo come Bruxelles possa dire 'no' ad una deviazione di uno zerovirgola" per mettere in sicurezza il territorio, "sarebbe assurdo". L'indebitamento, peraltro, ha sottolineato Padoan "nel prossimo triennio" andrà tutto agli investimenti che possono "sostenere nell'immediato la crescita e la produttività".

 

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