Si stava istruendo sul web da "lupo solitario" vicina all'ideologia dell'Isis quando è stata bloccata dalla polizia di Perugia, la collaboratrice domestica marocchina di 44 anni rimpatriata ieri in esecuzione di un decreto del ministro dell'Interno Angelino Alfano. E' il quadro delineato nell'indagine condotta dalla digos del capoluogo umbro. E secondo gli investigatori non si può escludere che la donna avrebbe potuto un domani agire.
La donna, di origine marocchina ma da anni residente regolarmente a Perugia, è stata individuata grazie alla "presenza" della polizia sul territorio. Dagli accertamenti è emerso che la sua radicalizzazione era cominciata comunque da poco. Apparentemente irreprensibile, la colf - sempre secondo l'indagine - in realtà su internet si stava indottrinando da autodidatta, leggendo e guardando video su come costruire ordigni rudimentali, filmati con violenze nei confronti di "miscredenti", alcuni dei quali definiti molto violenti perché coinvolgono bambini. La collaboratrice domestica frequentava almeno tre famiglie perugine dove svolgeva il suo lavoro di colf. Tutte risultate ignare della sua ideologia. All'oscuro della radicalizzazione anche le due donne straniere che con lei condividevano un appartamentino a Perugia. L'indagine è stata coordinata dalla procura di Perugia che ha indagato la donna per fatti di terrorismo. I magistrati comunque hanno dato il loro nulla osta all'espulsione e ieri la marocchina è stata rimpatriata con un volo da Fiumicino a Casablanca.
"È stata espulsa in esecuzione di un mio decreto, una cittadina marocchina di quarantaquattro anni, rimpatriata con un volo partito da Fiumicino e diretto a Casablanca". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, sottolineando che la donna, residente a Perugia, aveva manifestato "chiari segnali di radicalizzazione religiosa, dichiarando la propria vicinanza all'ideologia dell'autoproclamato Stato Islamico e pubblicando sul suo profilo Facebook contenuti tali da determinarne il blocco". Sale così a 116 il numero delle espulsioni eseguite dall'inizio del 2015. Di queste, 50 sono riferibili all'anno in corso.
In particolare, ha spiegato Alfano, "la donna aveva dimostrato una forte ostilità nei confronti degli sciiti, dei Paesi occidentali, degli ebrei e dei miscredenti e, in piena adesione ideologica al jihad, aveva commentato con la seguente frase 'Amen, lo spero anche per me' un post che recita testualmente: 'Coloro che credono ed emigrano e fanno la jihad in nome di Dio, aspettano una benedizione da Dio. Ed io spero di essere tra loro'". "La strategia della prevenzione - ha aggiunto - è per noi fondamentale e su questo fronte siamo impegnati con determinazione e costanza".