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Meredith: Italia sotto accusa a Strasburgo per Amanda Knox

Corte accoglie ricorso per processo iniquo e maltrattamenti

La Corte europea dei diritti umani ha accolto in via preliminare il ricorso contro l'Italia presentato da Amanda Knox, la ragazza prosciolta in Cassazione dall'accusa di aver partecipato all'uccisione di Meredith Kercher. La giovane sostiene di aver subito un processo iniquo e di essere stata maltrattata durante l'interrogatorio. La Corte di Strasburgo ha ritenuto valido il dossier presentato dai legali della Knox ed ha comunicato il ricorso al governo italiano affinché possa difendersi.

Nel ricorso presentato alla Corte di Strasburgo il 24 novembre 2013 Amanda Knox, rappresentata dall'avvocato Carlo Dalla Vedova, elenca i motivi per cui lo Stato italiano non le avrebbe assicurato un processo equo nel procedimento che ha poi portato alla sua condanna a tre anni di reclusione per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, il giovane finito in carcere nella prima fase delle indagini sull' uccisione di Meredith Kercher. Knox afferma che il suo diritto a un equo processo è stato violato perché "non è stata informata in tempi brevi in una lingua a lei comprensibile della natura e dei motivi dell'accusa formulata a suo carico". Inoltre afferma di non essere stata assistita da un legale durante gli interrogatori del 6 novembre 2007. Infine afferma di non essere stata assistita da un interprete professionale e indipendente nel corso degli interrogatori e che l'agente di polizia che l'ha assistita durante gli interrogatori del 6 novembre 2007 ha fatto le funzioni di mediatore "suggerendo così delle ipotesi su come si erano svolti i fatti". Amanda Knox invoca inoltre la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani affermando che "gli scappellotti" che ha ricevuto alla testa hanno costituito un trattamento inumano e degradante. Ora il governo italiano dovra' fornire alla Corte le prove per discolparsi dalle accuse di Knox. Ma la Corte chiede anche che la ragazza dimostri di aver fatto già ricorso ai tribunali italiani per le violazioni che afferma aver subito.

Ricorso Knox, interrogatorio senza legale - E' incentrato su quella che viene ritenuta la violazione dei diritti di difesa per l'interrogatorio "senza avvocato" al quale Amanda Knox venne sottoposta la notte del suo arresto il ricorso della giovane americana alla Corte europea dei diritti umani. Lo ha appreso l'ANSA. A rivolgersi all'organismo della giustizia europea sono stati in particolare i legali della Knox, gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova.

In particolare nel ricorso si fa riferimento a una pronuncia della Cassazione dell'aprile del 2008, in fase cautelare, che confermò la custodia in carcere per Knox (poi definitivamente assolta per il delitto di Perugia). Furono gli stessi giudici italiani - hanno sostenuto i legali dell'americana - a dire che nell'interrogatorio in questura, la notte precedente all'arresto, ci fu una "palese violazione" dei diritti della giovane di Seattle perché questa venne sentita senza un difensore "pur essendo già persona che aveva acquisito la veste d'indagata". Per gli avvocati Dalla Vedova e Ghirga, quindi, ci fu una "violazione dei diritti civili" di Amanda Knox. Nel ricorso i legali hanno anche fatto riferimento al mancato rispetto del diritto a un equo processo e al "fortissimo stress psicologico" al quale l'americana venne sottoposta - secondo la difesa - durante la fase delle indagini e nei quasi quattro anni passati in carcere. "Quella della decisione della Corte di Strasburgo è una bellissima notizia" ha detto all'ANSA l'avvocato Ghirga. "Riguarda infatti - ha aggiunto - il punto cardine di tutta la vicenda". "Non si può parlare di soddisfazione - ha sostenuto l'avvocato Dalla Vedova - perché in questa vicenda c' è tanta sofferenza. Prendiamo comunque atto che il ricorso alla Corte di Strasburgo è stato accolto come succede raramente. E le richieste della difesa di Knox sono state via via sempre soddisfatte. Vedremo ora quale sarà la posizione del Governo italiano".

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