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Addio a Fred Mayer, ebreo tedesco che spiò i nazisti per gli Usa

La sua storia narrata in 'The real inglorious bastards'

(di Massimo Lomonaco)

Ben prima che Quentin Tarantino immaginasse i suoi 'Ingloriosi Bastardi', Fred (Frederick) Mayer poteva dire come soldato americano ebreo di aver contribuito a sconfiggere Hitler. La sua morte, avvenuta nei giorni scorsi a 94 anni a Charles Town in West Virginia negli Usa, è stata ricordata con risalto dai media israeliani perché la sua storia - narrata in un pluripremiato documentario del 2012 intitolato 'The real inglorious bastards' - è molto più che un film: è una delle più audaci e riuscite operazioni dello Oss, lo spionaggio americano, durante la guerra. 'Greenup' - come venne chiamata l'azione - è ancora oggi studiata come modello. Nato il 28 ottobre del 1921 in una famiglia ebraica di Friburgo ai margini della Foresta Nera, l'allora Fritz era poco più che un adolescente quando nel 1938 la madre e il padre, sotto la spinta delle persecuzioni naziste, decisero di lasciare la Germania e andare in America dove si stabilirono a Brooklyn.
    Diventato oramai Fred - e non volle mai più sentire la parola Fritz -, all'indomani di Pearl Harbour, Mayer si arruolò nell'esercito della sua nuova patria. Restio all'inazione, soprattutto quando i suoi correligionari venivano sterminati dai nazisti in tutta Europa, fece domanda per entrare nell'Oss, il servizio segreto americano, antesignano della Cia. Fu subito accettato: non solo parlava correntemente quattro lingue (tra cui ovviamente il tedesco), ma aveva una naturale abilità in tutto quello che faceva e una notevole dose di coraggio. "Non aveva il gene della paura", raccontò più tardi uno dei suoi reclutatori. Il gruppo a cui fu assegnato comprendeva, tra gli altri, altri quattro ebrei d'origine europea: George Gerbner (ungherese), Alfred Rosenthal e Bernd Steinitz (entrambi tedeschi), Hans Wynberg (olandese)."Ci eravamo impegnati - ha detto lui stesso nel documentario - a eliminare i nazisti e lo avremmo fatto oltre le linee nemiche. Era ciò per cui ci eravamo arruolati". "L'ufficiale che ci addestrò - ha raccontato nello stesso documentario un altro del gruppo, e sembra di sentire il film di Tarantino - ci disse che l'unica cosa che poteva insegnarci era premere il grilletto alla vista di un nazista".
    La grande occasione arrivò nel febbraio del 1945, Mayer venne messo a capo di 'Greenup', operazione che secondo l'Oss, aveva l'obiettivo di controllare la linea ferroviaria del Brennero, l'arteria principale di approvvigionamento delle truppe tedesche in Italia, e raccogliere informazioni sulla difesa dell' 'Alpenfestung', l'ultima linea di resistenza dei tedeschi in Austria. Paracadutato quello stesso mese oltre le linee nemiche nei pressi di Innsbruck, grazie alla collaborazione di un ufficiale austriaco, Mayer si infiltrò tra i ranghi dell'esercito e vestì la divisa tedesca. Fino al maggio dello stesso anno, raccolse - insieme a Wynberg - notizie fondamentali per l'Oss per bombardare i convogli nazisti che passavano il Brennero. Subito dopo, grazie ad un delatore, venne scoperto e torturato ma non rivelò i compagni ancora operanti nella zona.
    Anzi fu lui, un agente americano, che i nazisti - oramai consapevoli che la guerra era perduta - usarono per arrendersi.
    E così il 3 maggio del 1945, il comandante della 103/a divisione di fanteria Usa, incaricata di conquistare Innsbruck, vide scendere da un'auto della Werhmacht Fred Mayer che aveva già predisposto tutto: l'esercito tedesco si era arreso ad un ebreo che quasi 25 anni prima era stato costretto a fuggire dalla Germania.
   

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