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Vatileaks: Chaouqui, stanca ma soddisfatta, ho fatto chiarezza

Mai dati documenti riservati, mai da me associazione delinquere

"Sono stanca ma soddisfatta, ho risposto a tutto ribattendo punto su punto. Più che un interrogatorio è stato un vero e proprio corpo a corpo tra me e i giudici. E' stata una giornata lunga ma fruttuosa". E' quanto ha detto Francesca Immacolata Chaouqui al termine del suo interrogatorio in Vaticano nell'ambito del processo Vatileaks. In alcune dichiarazioni rese all'uscita, dopo un'udienza durata circa sette ore, Chaouqui ha affermato di non aver "mai dato documenti riguardanti la Santa Sede" né "di aver mai fatto un'associazione a delinquere", "e su tutto ho portato delle prove". "Tutto quello che ho fatto - ha anche detto - l'ho fatto per il Santo Padre". Su che cosa si aspetti adesso, Chaouqui ha replicato: "Questo è un processo politico, ho poco da aspettarmi per me importante era fare chiarezza su ogni punto, ora il Pontefice sarà informato finalmente di tutto anche se avendo dovuto rispettare il segreto da cui lui non mi ha sciolto ho avuto maggiore difficoltà a chiarire alcuni punti. Diversamente sarebbe stato se fossi stata sciolta dal segreto". L'ex consulente del Vaticano ha spiegato di aver anche chiarito che mons. Vallejo Balda "non ha mai ricevuto forme di pressione dai giornalisti" mentre lei stessa gli aveva offerto "forme di protezione perché Balda aveva delle frequentazioni incaute, in particolare con un uomo che gli ha consegnato un telefonino mentre era ai domiciliari e con cui Vallejo Balda ha inquinato le prove". "A Balda - ha aggiunto Chaouqui - consiglierei di ricostruire se stesso, non c'era bisogno di distruggermi. Ho chiarito davanti ai giudici anche la famosa notte di Firenze in cui io sono stata solo sua confidente".

Protesta Fnsi e Articolo 21 -  Sit-in di protesta questa mattina in favore della libertà di stampa davanti al Vaticano. Le associazioni Articolo 21 e la Fnsi hanno messo in piedi un presidio con striscioni a favore del diritto di cronaca: "Il diritto di cronaca non si processa - è la scritta - #nobavaglio". "Ci è stato impedito di fare questa manifestazione - ha spiegato Raffaele Lorusso -: siamo rispettosi comunque delle disposizioni di legge, ma riteniamo che sia un processo ingiusto e sbagliato, un processo-farsa, perché è un processo ai giornalisti e al diritto di cronaca che non ha cittadinanza in nessuno stato di diritto". Al presidio improvvisato davanti all'ingresso del Perugino ha partecipato anche Giuseppe Civati con il suo gruppo parlamentare Possibile: "Siamo qui per esprimere vicinanza ai giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. Ci dispiace vedere che in Italia c'è qualcosa che non va a livello di libertà di stampa quando si affrontano questioni attinenti la chiesa o il Vaticano, come avviene per questo processo, come è avvenuto di recente anche per la stipula dell'accordo fiscale tra Italia e Vaticano, così come per l'8x1000. La vicenda di questo processo è rimasta molto emarginata nel dibattito italiano, mentre meriterebbe più attenzione anche dalla politica oltre che dal sistema dell'informazione". "C'è una forma di freddezza da parte della politica quando si parla di queste cose - ha aggiunto - vorrei vedere un po' più di liberali in difesa della laicità, dello Stato e delle libertà fondamentali".

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