Primo presidente di sinistra, primo operaio e primo senza un diploma universitario ad occupare la massima carica del Brasile: è stata una traiettoria politica da film quella di Luiz Inacio da Silva, detto Lula, trentacinquesimo capo di Stato del Paese verde-oro.
Eletto per la prima volta nel 2002, e riconfermato per altri quattro anni nel 2006, durante il suo governo Lula ha introdotto un programma di sovvenzioni per le famiglie più povere, il 'Bolsa Familia', che ha strappato alla fame milioni di persone e contribuito a farlo diventare uno dei leader sudamericani più amati e popolari, sia in patria che all'estero. "Far fare a tutti i brasiliani tre pasti al giorno" era il primo obiettivo dichiarato della sua presidenza.
Nato il 27 ottobre 1945 a Caetes, nello stato del Pernambuco (nord-est), Lula, figlio di un contadino analfabeta, è cresciuto in una famiglia molto povera con altri sette fratelli ed ha iniziato a lavorare all'età di 12 anni come lustrascarpe e venditore di strada.
Nel 1964, dopo aver perso un dito nella pressa di una fabbrica metallurgica, ha cominciato a interessarsi di attività sindacale e nel 1978 è stato eletto presidente del sindacato dei lavoratori dell'acciaio.
Due anni dopo, mentre il suo Paese era nel pieno della dittatura militare (1964-1985), ha contribuito a fondare il Partito dei lavoratori (Pt), movimento di sinistra a cui appartiene anche l'attuale capo di Stato, Dilma Rousseff, che ha preso il suo posto alla fine del 2010.
Appassionato di calcio e telenovelas, tra le note stonate del suo mandato, almeno per l'Italia, la decisione di negare l'estradizione e concedere lo status di rifugiato politico all'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), Cesare Battisti. (ANSA).