(di Elisa Buson)
(ANSA) - MILANO, 12 GIU - La paura del cibo, il conto
ossessivo delle calorie, il chiodo fisso della bilancia: tutti
quei pensieri distorti che incatenano la mente delle adolescenti
anoressiche nascono da una regione 'silenziosa' del cervello in
cui i neuroni sono più taciturni e faticano a comunicare fra
loro. Lo ha scoperto un gruppo di ricerca italiano coordinato
dallo psichiatra Santino Gaudio, che collabora con diversi
centri di ricerca italiani ed europei.
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Scientific
Reports, ''danno un importante contributo alla comprensione
delle cause dell'anoressia nervosa - spiega Gaudio - e aprono la
strada a nuove strategie terapeutiche per migliorare, fin dalle
fasi precoci della malattia, la flessibilità del pensiero e
l'elaborazione delle informazioni riguardanti il cibo e la forma
corporea''.
Sedici adolescenti anoressiche, sedici adolescenti normali: è
bastato confrontare il funzionamento del loro cervello a riposo
per scoprire l'area 'silenziosa' che irrigidisce i pensieri
incatenandoli all'ossessione della forma fisica e delle calorie.
''Per il nostro studio abbiamo deciso di arruolare ragazze che
si erano ammalate di anoressia da meno di sei mesi - precisa lo
psichiatra - perchè in queste fasi precoci la denutrizione non
ha ancora intaccato il cervello e il volume della corteccia
cerebrale non ha subìto riduzioni''. Per monitorarne il
funzionamento a riposo, i ricercatori hanno sfruttato due
tecniche di diagnostica per immagini: la risonanza magnetica e
la nuova metodica di analisi della connettività funzionale del
cervello (Resting state functional connectivity).
Dai risultati è emerso che le adolescenti anoressiche
presentano una riduzione della funzionalità di una specifica
area del cervello, nota come giro anteriore del cingolo, che è
coinvolta nel controllo delle funzioni cognitive e
nell'elaborazione delle emozioni. ''Questa alterazione - afferma
Gaudio - potrebbe spiegare perché le pazienti hanno una ridotta
flessibilità cognitiva, con pensieri e preoccupazioni continui
sulla forma del proprio corpo e sul cibo, anche quando sono
sottopeso o addirittura in uno stato di denutrizione. In futuro
potremmo usarla come marcatore per riconoscere precocemente la
malattia''.
La scoperta conferma ancora una volta che dietro l'anoressia
si possono celare alterazioni strutturali e funzionali del
cervello. Studi precedenti, condotti anche dal gruppo di Santino
Gaudio, hanno dimostrato alterazioni delle regioni cerebrali
coinvolte nella percezione del corpo e del suo orientamento
nello spazio attraverso la vista e il tatto. (ANSA).