Nobraino nella bufera per una frase postata su Facebook. La band folk-rock, formatasi nel 1996 a Riccione, è stata esclusa dal concertone del primo maggio a Taranto dopo una post infelice di un componente del gruppo in relazione alla strage di migranti nel Mediterraneo. Questo il post, che accompagnava il link di un articolo del blog Diritti e Frontiere, apparso questa mattina, e poi rimosso, sulla bacheca della band: ''Avviso ai pescatori: stanno abbondantemente pasturando il Canale di Sicilia, si prevede che quelle acque saranno molto pescose questa estate''. Un commento che è stato subito censurato dagli utenti del social network e che ha scatenato la reazione dei promotori del concerto in programma l'1 maggio a Taranto, giunto alla terza edizione. Il primo ad esprimersi era stato Roy Paci, che ha definito ''parole vergognose'' quelle dei Nobraino. Successivamente, il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, che organizza la manifestazione tarantina su diritti e legalità, ha confermato, sempre su Facebook, l'esclusione della band. ''Non c'è spazio sul palco dell'#unomaggiotaranto - hanno annunciato - per chi non riesce a trattenere un battuta idiota e infelice''.
Un altro componente dei Nobraino, Lorenzo Kruger, ha spiegato sul social network che il post contestato è stato pubblicato da un altro membro della band. ''Mi pare di capire - scrive - che ci sia stato un fraintendimento ma non sono qui a giustificare l'autore, ci penserà lui stesso. Io devo invece chiedere scusa perchè un post sulla pagina dei Nobraino ha ferito la sensibilità delle persone; il momento è delicato, il silenzio è impossibile. Ogni parola è di troppo. Scusate davvero''
Scuse chitarrista Nobraino, mia retorica incapace
"Mi occupo attivamente di protezione internazionale dei diritti umani dal 2009". Si presenta così, per fare le 'Scuse' sul sito ufficiale dei Nobraino, il chitarrista Néstor Fabbri, che si confessa "autore della frase che equiparava i naufraghi del Mediterraneo a mangime per pesci". Una frase del tutto fraintesa, ribadisce di fronte al moltiplicarsi delle critiche, illustrando la propria complicata strategia comunicativa di "mimetismo" per cui si finisce che "Zarathustra è Zelig! Il mio imperdonabile errore - spiega - è di non essere stato retoricamente capace di indirizzare la sfrontatezza contro i reali responsabili del massacro: gli autori delle politiche migratorie europee. Finendo così per offendere associazioni, militanti e liberi cittadini pensanti che mettono la loro vita a disposizione dei più deboli. Per questo motivo porgo a tutte le persone turbate ed addolorate dall'infelice esternazione di ieri le mie più umili scuse". Insomma, intendeva proprio difenderle quelle vittime: "Prima di dedicarmi a tempo pieno al chitarrismo - ha ricordato - ho lavorato presso alcune ONG in Spagna e Francia". E poi "nel 2011 coi Nobraino abbiamo preso parte, al progetto Boats 4 People: una flottiglia per fermare l'ecatombe nel Mediterraneo".