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Germania: gli ebrei tedeschi hanno paura, il loro mensile in busta top secret

Forti i timori di gesti antisemiti, alcuni rinunciano alla kippah

Un segnale pessimo, che getta ombre inquietanti sulla condizione degli ebrei in Germania. E in Europa. Per timore di ritorsioni verso i suoi abbonati, il mensile della comunità ebraica berlinese, Juedisches Berlin, distribuito gratuitamente per posta ormai dal 1998, dal prossimo mese arriverà nelle cassette delle lettere dentro una busta anonima, che ne nasconda il contenuto a occhi indiscreti. "Nonostante i costi aumentino considerevolmente - ha spiegato il portavoce della comunità ebraica, Ilan Kiesling, al quotidiano Tagesspiegel - abbiamo deciso di inviare il periodico in busta chiusa, per ridurre la probabilità di atti ostili contro i membri della nostra comunità, che conta oltre diecimila iscritti". Non è stata una scelta facile, ha aggiunto, "ma alcuni dei nostri affiliati avevano già chiamato, spiegando che stavano pensando di cancellare la sottoscrizione" per evitare problemi. Il presidente della comunità berlinese, Gideon Joffe, proprio nell'editoriale dell'ultimo numero aveva scritto di come gli ebrei in Europa si sentissero più minacciati rispetto al passato, dopo gli attentati di Parigi, ma anche per le numerose manifestazioni anti-israeliane e in parte antisemite seguite al conflitto di Gaza dello scorso anno. Poi c'è stato l'attacco alla sinagoga di Copenaghen, con una vittima. E nel frattempo numerosi, minori, episodi di violenza e antisemitismo registrati con grande attenzione dalla stampa in Germania. Da tempo, raccontano gli interessati, molti nella comunità ebraica tedesca hanno rinunciato a indossare nella quotidianità la kippah, il tipico copricapo obbligatorio nei luoghi di culto. Alcuni, sostiene Levi Salomon del Forum ebraico per la democrazia di Berlino, hanno persino rinunciato a denunciare tutti gli atti discriminatori e le offese di cui vengono fatti bersaglio. Tuttavia, nonostante l'allarme sia alto e la percezione d'insicurezza in crescita, i dati ufficiali per il 2014 raccontano una situazione statica: per il portavoce della polizia, Stefan Redlich, a Berlino non sono aumentati gli episodi di antisemitismo. Redlich rifiuta anche di condividere l'invito a nascondere i simboli di fede: ''Il nostro compito è assicurarci che le persone possano vivere i propri diritti fondamentali''. Lo stesso messaggio lanciato più volta dalla stessa cancelliera Angela Merkel: la lotta all'antisemitismo, per la Germania, è e resterà un valore imprescindibile.

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