C'è una nuova 'categoria' di bambini fortemente a rischio in Italia, i cui numeri sono in crescita: sono i 1.500 'figli dei femminicidi' ed i circa 16mila, secondo dati ufficiali, bambini che vivono in case famiglia, da soli o con un genitore. Ad accendere i riflettori su questi piccoli, ''di cui si parla poco'', è il pediatra Pietro Ferrara dell'Università Cattolica di Roma e Campus biomedico, anche giudice onorario presso il Tribunale dei minori di Roma, durante il 70/o Congresso italiano di pediatria.
"Molti di loro avranno problemi"
''Si tratta di nuove realtà pediatriche con cui fare i conti, poiché questi sono bambini che avranno problemi di vario genere in un'alta percentuale di casi: secondo un recente studio che abbiamo pubblicato - spiega Ferrara - oltre il 22% dei bambini in case famiglie ha necessità dell'intervento di un neuropsichiatra, contro il 9% della popolazione pediatrica generale''. Quanto ai 'figli dei femminicidi', sono ''bimbi segnati perché spesso - avverte l'esperto - hanno assistito all'omicidio della madre; uno stress così forte da determinare anche alterazioni fisiologiche e biochimiche nei piccoli''. Sono queste, afferma Ferrara, ''nuove emergenze sociali da affrontare, poiché questi bambini saranno gli adulti del prossimo futuro, tanto più considerando che la dimensione di tali fenomeni è sottostimata e sicuramente in crescita''.
"Creare centri dedicati come negli Usa"
Dall'esperto arriva inoltre una proposta: ''Sarebbe opportuno creare anche in Italia centri di riferimento specifici, come accade negli Usa, con pediatri specializzati cui medici di famiglia e pediatri di base possano rivolgersi per chiedere consigli e chiarimenti su come procedere nel caso ad esempio di sospetti abusi su minori o di bambini in situazioni particolari. Spesso oggi, infatti - conclude - il problema è che il pediatra 'si ferma' dinanzi a casi incerti, anche per timore di contenziosi legali''.