Lo hanno trovato agonizzante a terra, lungo uno dei corridoi di una delle stazioni centrali della metropolitana di Roma. Ma ancora non c'è certezza su come sia morto ieri sera un borseggiatore moldavo che, insieme ad un complice suo connazionale che si è dato alla fuga, aveva appena messo a segno un colpo nei vagoni della metro. Sulla base degli elementi finora raccolti, però, gli investigatori escludono che ad ucciderlo sia stato un pestaggio messo in atto dalle stesse vittime del borseggio. Questa ipotesi, emersa nell'immediatezza dei fatti, non ha trovato al momento riscontro né dalle testimonianze acquisite né dall'esame dei video delle telecamere interne alla stazione. La pista seguita dagli investigatori è piuttosto quella di un malore improvviso e di una violenta caduta che gli ha provocato un grave trauma alla testa. La notizia di un pestaggio, poi smentita dalla Questura, ha scatenato comunque la parte più estremista del web che si è lanciata in una corsa alla "forca".
"Hanno fatto bene", "E' la giusta punizione", hanno tuonato in molti sui social network. Ma se le indagini tendono a escludere il pestaggio ci sono alcuni punti che nell'inchiesta, condotta dal pm Barbara Sargenti si vogliono chiarire per sgomberare definitivamente l'ombra di un pestaggio: chi ha chiamato sul posto la moglie del moldavo, sua connazionale e con precedenti per borseggio? Chi era l'uomo che per primo lo ha soccorso? Dove sono finite le vittime del borseggio? Le indagini degli agenti del commissariato Viminale propendono, comunque, per l'ipotesi del malore sulla base dell'analisi delle immagini delle telecamere interne della metropolitana.
I video mostrano il moldavo, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, che si dà alla fuga dopo l'ennesimo borseggio e poi improvvisamente cade al suolo privo di sensi. Ad allertare la polizia ed il 118 sarà poi il personale in servizio alla stazione di piazza Vittorio - nel quartiere dell'Esquilino -, che sarà poi ascoltato dalla polizia insieme con alcuni testimoni del tentato borseggio. Secondo quanto raccontato da uno di loro, il moldavo era solo il complice di un altro manolesta che era riuscito a sfilare il portafoglio ad una coppia di turisti e poi a darsi alla fuga. Anche lui aveva provato a dileguarsi, ma poi forse un malore o una disattenzione gli è stata fatale. "Ho sentito gridare 'fermate quell'uomo, non trovo il portafoglio', e ho visto un uomo davanti a me tirare fuori dalle tasche degli occhiali e delle chiavi e poi lasciar cadere a terra un portafoglio", racconta il testimone che avrebbe sentito parlare un connazionale del moldavo di alcuni "problemi di cuore". Lo straniero arriverà cadavere al policlinico Umberto I dove gli vengono comunque riscontrate ferite lacerocontuse alla testa. Sarà ora solo l'autopsia prevista per lunedì mattina a chiarire definitivamente le cause del decesso.
Quello dei borseggi è uno dei problemi endemici della Capitale in particolare su mezzi pubblici, bus e metropolitane. Solo a partire da gennaio, carabinieri e polizia hanno arrestato nella Capitale 600 borseggiatori, a cui si aggiungono una cinquantina di scippatori. I luoghi preferiti per commettere questi furti sono metropolitane e autobus, soprattutto le linee dirette al centro storico e al Vaticano. E la rabbia monta, non solo tra i passeggeri esausti, ma anche con accenti xenofobi sui social network. "Sono contento che non sia un pestaggio, così posso illudermi che esista una giustizia divina", il sarcasmo di un utente twitter. Al post di "Roma fa schifo", che paragona la Capitale a Ciudad Juarez (cittadina messicana tra le più pericolose al mondo), seguono decine di messaggi violenti. "C'era da aspettarselo (il pestaggio, ndr) - si legge su uno di questi - e se parte la moda, sono c...i amari". "Accogliamoli a braccia aperte ancora", chiosa ironico un altro utente.
