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L'incubo delle liceali scampate, "abbiamo ancora paura"

Raccontano fuga da Boko Haram, "volevamo morire, abbiamo corso"

ROMA, 11 MAG - E' passato ormai un mese dal rapimento di quasi 300 studentesse nigeriane da parte dei terroristi di Boko Haram. E l'incubo è ancora vivo negli occhi e nelle parole delle poche fortunate scampate all'inferno. Oggi, sono arrivate dalla Nigeria le prime drammatiche testimonianze di alcune delle ragazze riuscite a fuggire.
    "Ho ancora paura", racconta in esclusiva alla Cnn una delle giovani che si sono salvate, chiedendo l'anonimato. Inquadrata di spalle, coperta dal velo, e con la voce che tradisce ancora la tensione di quel giorno, la ragazza spiega alla giornalista che durante la notte del 14 aprile un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nel liceo femminile di Chibok, nel nord-est del Paese, intimando alle 276 studentesse di salire su sette camion.
    Lei, in un momento di lucidità, è riuscita a saltare giù insieme con altre compagne, per darsi alla fuga. "Avremmo preferito andare a morire, poi abbiamo corso all'impazzata verso la boscaglia", ricorda. E quando la giornalista le chiede di descrivere cosa indossavano i suoi rapitori, l'agitazione la tradisce e si limita a rispondere: "Non capisco, ho ancora paura". Una vicenda "talmente terribile da non riuscire a trovare le parole per descriverla", spiega un'altra ragazza, la 19enne Sarah Lawan, in un'altra intervista ai media americani, dicendosi "addolorata che altre mie compagne non abbiano trovato il coraggio di fuggire con me". Per poi aggiungere, sconsolata: "Adesso piango ogni volta che mi imbatto nei loro genitori, in lacrime quando mi vedono". Tornare alla normalità, per lei, sarà difficile. E soprattutto sarà difficile riprendere il cammino di quell'istruzione scolastica che gli integralisti islamici vedono come una maledizione da perseguitare con ferocia: "Il pensiero di andare di nuovo a scuola mi terrorizza", ammette Sarah, riferendo poi che i rapitori avevano intenzione di sposare alcune di loro, se non di venderle come mogli-schiave ad altri. Si moltiplicano intanto le adesioni 'illustri' alla campagna #BringBackOurGirls per la liberazione delle ragazze ancora nelle mani di Boko Haram. Dopo Michelle Obama, oggi anche il premier britannico David Cameron, durante una trasmissione della Bbc, ha mostrato il cartello con la scritta con cui personaggi di tutto il mondo si sono fatti ritrarre. Mentre ieri non è mancata l'adesione alla campagna di papa Francesco, che ha invocato la preghiera di tutti per la loro sorte. Le ricerche proseguono, con le autorità locali sostenute da un team di esperti di intelligence americani, francesi e inglesi, ma si teme che le ragazze siano già state trasferite oltreconfine, in attesa di essere vendute. Tra l'altro, come sottolinea l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, che ha esperienza di trattative con i gruppi armati nigeriani, è difficile venire a patti con gli islamici di Boko Haram: un gruppo di fanatici "irrazionali" e "senza pietà".
   

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