(di Stefania Passarella) (ANSA) - ROMA, 21 MAR - Dall'onda verde iraniana alla Turchia, passando per le primavere arabe e anche per lo scandalo Datagate: nell'evoluzione che ha segnato gli otto anni di vita di Twitter il flebile cinguettio del microblog si è trasformato in un potente megafono dei cittadini globali, diventando a tutti gli effetti 'voce' di ribellione politica ai governi, più o meno autoritari.
Twitter, per la Electronic Frontier Foundation, è la compagnia che più di tutte ha protetto i dati dei propri utenti nell'ambito del Datagate. Oggi, con le istruzioni date ai 10 milioni di utenti turchi per superare il blocco sul web e continuare a twittare tramite sms, l'azienda prende quasi una posizione politica, proponendo un mezzo per aggirare una decisione governativa.
Di 'rivoluzione Twitter' si parla nel 2009 quando l'Onda verde iraniana, il movimento di protesta nato con la rielezione del presidente Ahmadinejad, trovò nel microblog un canale per eludere la censura dei media tradizionali. Poi si alza il 'vento' della primavera araba e di nuovo i dimostranti scelgono internet, social in testa, per sfidare i regimi. A differenza di governi come la Cina, che ha sistemi sofisticati di sorveglianza della rete, nelle piazze nordafricane i tentativi di blocco vengono facilmente aggirati.
L'immediatezza dei mezzi online ormai spaventa, tanto che l'idea di boicottare i social viene pure al primo ministro britannico David Cameron nel 2011 durante gli scontri di Londra.
Tuttavia se aggirare le censure online per comunicare è possibile, evitare di essere rintracciati non è altrettanto facile. Secondo Andrea Zapparoli, esperto di cybersecurity e membro del consiglio direttivo del Clusit, i modi per bypassare il blocco dei siti abbondano, compresi quelli che circolano in queste ore per aiutare i turchi a continuare ad accedere a Twitter. Si possono cambiare i Dns (Domain Name System) - l'impostazione dei server che collegano l'indirizzo testuale di un sito all'indirizzo IP -, si può usare una Vpn (Virtual Private Network), per apparire in internet con un 'indirizzo' diverso dal proprio. C'è anche Tor, per le comunicazioni criptate. ''Ma in tutti questi casi - spiega Zapparoli all'ANSA - è come puntarsi un enorme occhio di bue sulla testa'': questi sistemi generano un tipo di traffico che oltre ad essere rintracciabile ''attira parecchio l'attenzione''. Peggio ancora gli sms, afferma, perché tramite gli operatori di telefonia si risale agli intestatari delle utenze. Premesso che oggi è solo ''il livello di tolleranza della parte che osserva, a determinare quanto riusciamo ad essere anonimi'', secondo l'esperto per ridurre le probabilità di essere 'beccati' è meglio usare canali che si ''perdono'' nel flusso di internet.
Ad esempio, programmi come tweetymail.com che consentono di twittare con l'invio di mail, oppure software per l'accesso a distanza a computer al di fuori del Paese censurato. (ANSA).