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No a dissequestro casetta nonna Peppina

La figlia, un'odissea che non finisce

(ANSA) - FIASTRA (MACERATA), 30 DIC - Nuova tegola per nonna Peppina, al secolo Giuseppa Fattori, la 95enne diventata un po' il simbolo degli sfollati del terremoto: il gip di Macerata ha respinto l'istanza di dissequestro della casetta abusiva in legno (sorge in un'area a rischio idrogeologico e soggetta a vincolo paesaggistico) fatta costruire dai parenti per farla rimanere vicina alla sua vera casa devastata dal sisma nella frazione di San Martino di Fiastra. La casetta era stata posta sotto sequestro dalla Procura di Macerata a ottobre; l'anziana aveva dovuto lasciarla ma si era rifiutata di abbandonare la zona, riducendosi a vivere in un container installato per il terremoto del 1997 pur di rimanere vicino alle sue cose e al suo giardino. Per lei si era mobilitata tanta gente comune, i comitati dei terremotati con tanto di sit in, la Regione Marche e il sindaco avevano cercato di individuare un percorso di sanatoria rivelatosi irto di ostacoli, persino il Papa le ha scritto, invitandola ad abbandonare il container, freddo e scomodo. Una storia che è diventata un caso politico, con interrogazioni parlamentari, lettere, petizioni, il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha visitato più volte la nonnina e che a Natale le ha portato un presepio napoletano, fino alla legge 'salva Peppina', un emendamento nel dl Fisco collegato alla manovra: una sanatoria a determinate condizioni per i terremotati che si costruiscono autonomamente casette in legno, o comunque provvisorie, se sussistono determinati requisiti e purché si ripristinino i luoghi e il paesaggio. Dalla festa a inizio dicembre, quando la nuova normativa era stata approvata, alla doccia fredda di questi giorni. "E' un calvario - si sfoga con l'ANSA la figlia Gabriella Turchetti, con cui Peppina sta trascorrendo le feste a Castelfidardo (Ancona) -, un'odissea che non finisce più". Con l'entrata in vigore della nuova normativa, il legale della famiglia, Bruno Pettinari, aveva chiesto il dissequestro della casetta, costruita lo scorso agosto senza autorizzazione paesaggistica. Ma la Procura ha dato parere negativo e il gip lo ha condiviso. Secondo il magistrato, in particolare mancano dei documenti, tra cui una domanda di utilizzazione dell'immobile, che va presentata entro il 31 gennaio al Comune. Per la famiglia di Peppina è una corsa contro il tempo per raccogliere la documentazione necessaria: "stiamo facendo predisporre il progetto per la richiesta di contributo per la ricostruzione, abbiamo chiesto il rinvio dei termini dell'abbattimento, siamo in ritardo - ammette Gabriella - perché prima si pensava di risolvere tutto con la perimetrazione dell'intero borgo, ma poi si è capito che ci voleva troppo tempo. Intanto però - osserva con una punta polemica - non mi sembra che altri che sono nelle nostre stesse condizioni abbiano gli stessi problemi". Di casette abusive in quella zona ce ne saranno 200 o 300: "A mamma ancora non abbiamo detto niente - conclude Gabriella -, vogliamo evitarle quest'altra delusione".(ANSA).
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