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Nati primi camosci nei Sibillini

Colonia camoscio appenninico non ha risentito del sisma

(ANSA) - VISSO (MACERATA), 18 MAG - Segnali di rinascita nel Parco dei Monti Sibillini, dove le attività di monitoraggio e gestione della fauna non si sono mai fermate, nonostante il terremoto. In questi giorni gli zoologi del Parco hanno osservato i primi piccoli di camoscio appenninico nati quest' anno in natura. Si tratta di sei esemplari che hanno visto la luce dai primi di maggio tra le rupi del massiccio del Monte Bove. Il camoscio appenninico è una specie presente esclusivamente nelle aree protette dell'Appennino centrale ed è protetto a livello europeo, in quanto quasi estinto all'inizio del '900 e tuttora vulnerabile. Sui monti Sibillini, da cui era del tutto scomparso forse in tempi storici, è stato reintrodotto dal Parco dal 2008 grazie a progetti comunitari realizzati in collaborazione con gli altri parchi centroappenninici. Il progetto ha avuto un grande successo e ora, sui monti della Sibilla, vive una colonia di circa 100 esemplari. Fino a luglio, ci si aspetta la nascita di molti altri camoscetti. Le attività di monitoraggio della fauna devono essere svolte anche nelle aree più impervie, ora difficilmente raggiungibili a causa della chiusura di molte strade principali e secondarie, e dei rischi connessi ai dissesti e alla instabilità dei versanti. per proseguire l'attività è stato necessario, in collaborazione con i carabinieri forestali, individuare percorsi e siti di osservazione alternativi. Oltre al monitoraggio del camoscio appenninico, i principali progetti in corso riguardano il monitoraggio del lupo, del cervo, del capriolo e della coturnice, la gestione del cinghiale, e il progetto comunitario Life per la conservazione della trota mediterranea. La natura dei Sibillini e la loro straordinaria biodiversità vengono considerate una risorsa strategica anche per la rinascita economica e sociale del territorio duramente colpito dal sisma.
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