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Inchieste di Rieti e Ascoli, ma difficile ricerca delle colpe

Indagati per Amatrice e Accumoli, 'ma 80% casi sarà archiviato'

   Oltre alle macerie dopo il terremoto resta l'accertamento di eventuali negligenze o illeciti che possano aver favorito il crollo degli edifici. A Rieti e ad Ascoli Piceno si indaga sulle conseguenze del sisma del 2016.
    "Nel complesso pensiamo che si possano ipotizzare responsabilità umane di vario tipo per una trentina di vittime del terremoto ad Amatrice e Accumoli, mentre per un altro centinaio la responsabilità é solo della natura", dice il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva. L'ufficio ha aperto tra 100 e 120 fascicoli, riferisce il magistrato, spesso per singoli edifici coinvolti nei crolli, ma "l'80-90% di queste inchieste vanno verso l'archiviazione", secondo Saieva, perché i pm non hanno ravvisato reati. Molti edifici sono stati dissequestrati. Le due indagini più note sono quelle sul crollo del campanile di Accumoli, Comune limitrofo ad Amatrice, che sterminò una famiglia di quattro persone, e quella sulle palazzine di edilizia popolare Ater a piazza Sagnotti, con 25 vittime totali.
    Quest'ultimo filone ha visto di recente l'avviso di conclusione indagini a cinque ex responsabili di ditte, tecnici dei collaudi e un assessore di Amatrice, tutti ultra sessantenni o ottantenni, visto che le case furono costruite negli anni '70.
    Altri cinque presunti responsabili individuati sono deceduti. Un fascicolo su un'altra palazzina con 7 morti è in definizione. Tra le altre inchieste di rilievo della procura di Rieti c'é quella sull'Hotel Roma di Amatrice, crollato completamente con 7 morti, per la quale si attende una perizia tecnica. Poi quella su un convento di suore e quella sull'istituto don Minozzi.
    Verso l'archiviazione invece l'indagine sul crollo della scuola Capranica. Anche la procura di Ascoli Piceno indaga sul terremoto del 2016. Il Tribunale ha appena archiviato su richiesta dei pm l'inchiesta più importante, quella per disastro colposo e frode in pubbliche forniture a carico del titolare di una ditta costruttrice e del direttore dei lavori e progettista dell'ala dell'ospedale di Amandola (Fermo) che ospitava la Residenza sanitaria assistita (Rsa), lesionata il 24 agosto di un anno fa.
    Secondo la magistratura non ci sono responsabilità nel cedimento delle tamponature e nelle lesioni subite dai divisori, che per fortuna non crollarono sui ricoverati, trasferiti in gran fretta in piena notte. Decisiva per la richiesta di archiviazione la consulenza tecnica, che non ha riscontrato anomalie penalmente rilevanti. L'inchiesta si è focalizzata anche sul crollo della parete esterna dal lato est, fatta di mattoncini, crollati sopra un'ambulanza: una delle immagini simbolo del terremoto. Sono emerse carenze organizzative e progettuali, come l'assenza di ancoraggi intermedi, ma la normativa che imponeva nervature verticali con pareti esterne più alte di tre metri e mezzo e più estese di 15 metri quadrati è successiva all'ultimazione del lavori di costruzione dell'ala dell'ospedale, terminati il 16 gennaio 1996. Per cui, per il Tribunale, nulla può essere addebitato agli indagati.
    Sul fronte dei controlli sui Contributi di autonoma sistemazione (Cas) agli sfollati per l'affitto (indagini delegate ai carabinieri) per ora c'è un solo indagato, per tentata truffa ai danni dello Stato e oltraggio al sindaco che gli ha negato il contributo. Poi c'è il capitolo ''furbetti'' dell'una tantum da 5.000 euro (legge 189 del dicembre 2016) concessa a professionisti e titolari di partita Iva costretti a sospendere l'attività lavorativa a causa del sisma. Qui gli accertamenti sono solo all'inizio. (ANSA).
   

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