(ANSA) - ROMA, 07 DIC - Conto salato causato dallo
Spesometro (l'obbligo di invio di dati e fatture) ai
commercialisti italiani: l'adempimento fiscale, infatti, "ha
comportato una perdita netta complessiva di 113 milioni di
euro", somma che, "divisa per i quasi 70.000 studi professionali
della categoria presenti sul territorio nazionale equivale a
circa 1.600 euro a studio".
Sono i principali risultati di un sondaggio condotto dal
Consiglio nazionale della categoria tramite la sua Fondazione
nazionale, al quale hanno risposto 7.000 studi. Sulla base dei
dati emersi, "gli studi dei commercialisti hanno inviato circa
il 72% degli Spesometri complessivamente pervenuti all'Agenzia
delle Entrate".
Il principale problema è stato "la difficoltà o
l'impossibilità per molti di fatturare il nuovo adempimento ai
propri clienti: il "33,7% degli studi non ha fatturato neppure
un euro per il nuovo adempimento, mentre solo il 27,4% ha fatto
pagare il lavoro a tutti i propri clienti. Secondo il presidente
nazionale dei commercialisti Massimo Miani, gli esiti del
sondaggio certificano "l'enormità dei costi sopportati dai
nostri studi e le perdite che ne sono derivate, per un
adempimento - chiude - che avevamo da subito giudicato
inutilmente complesso".(ANSA).