(ANSA) - ROMA, 04 GEN - Per l'Ungdcec (Unione giovani dottori
commercialisti ed esperti contabili) occorre "ripartire
dall'unico pilastro che ormai è rimasto a questa categoria: le
associazioni", visto che "il sistema ordinistico è imploso". Lo
si legge in una nota della giunta del sindacato, presieduto da
Matteo De Lise. Per il sindacato "è il momento di imporre la
nostra partecipazione" ai tavoli su fisco e Pnrr, perché,
commenta De Lise, "è indiscutibile come ad ora non esistano
altro che le associazioni, di fatto quelle più responsabili e
mature, quelle che meritano di gestire il futuro per noi giovani
commercialisti".
"Ci troviamo nell'anno nuovo - scrive l'Ungdcec -, ma una
parte della nostra categoria non se n'è accorta, è ancora troppo
presa dalla competizione elettorale e dalle pessime abitudini
che questa ha lasciato (il Consiglio nazionale dei
commercialisti è stato commissariato lo scorso autunno dal
ministero della Giustizia, e le votazioni per i vertici degli
Ordini locali si terranno il 20 e 21 gennaio, quelle per il
nuovo Consiglio nazionale il 29 marzo, ndr). Noi no. Noi giovani
non possiamo permetterci il lusso di non essere consapevoli di
cosa sta accadendo alla nostra categoria".
"Ci troveremo ad affrontare la sfida del Pnrr - va avanti la
nota -, le modifiche alla gestione della "crisi" dentro e fuori
dai tribunali, il tavolo di riforma del processo tributario, le
riforma del fisco e l'incessante corsa dell'Agenzia delle
Entrate verso la disintermediazione", prosegue l'Ungdcec,
evidenziando come "nel 2021 hanno chiuso 38.000 studi, a causa
del vuoto normativo a sostegno dei professionisti che vogliono
crescere ed evolversi. Penso alle aggregazioni professionali,
regolamentate male sia a livello ordinistico che fiscale; a una
reale mancanza di convenienza economica rispetto a tutti gli
sforzi profusi nell'essere diligenti, tempestivi e preparati
nell' adempiere alle proprie funzioni da commercialisti".
(ANSA).