(ANSA) - ROMA, 16 DIC - Con "poco meno di 1 milione 430.000
unità, l'aggregato dei liberi professionisti (iscritti ad Ordini
e Collegi) costituisce, nel 2020, il 6,3% degli occupati totali
in Italia ed il 27,1% del complesso del lavoro indipendente", e
l'escalation che ha caratterizzato il comparto per tutto il
decennio, "fatta eccezione per la battuta d'arresto legata
all'esordio della pandemia" da Covid-19, fa sì che al 31
dicembre dello scorso anno si contino "quasi 250.000
professionisti in più, al confronto con il 2009". È quanto si
legge nel VI Rapporto di Confprofessioni, che verrà presentato
questo pomeriggio, nella sede del Cnel, a Roma, e che l'ANSA ha
potuto visionare in anteprima; l'analisi congiunturale
dell'occupazione indipendente, recita il dossier, "mostra come
tra il 2019 e il 2020 si siano persi in questo comparto 154.000
posti di lavoro (-2,9%)" nella Penisola. La geografia della
crisi da Coronavirus, poi, permette di osservare come "le
regioni che hanno subito il calo più forte dal 2019 al 2020
siano la Valle d'Aosta (-20,7%), la Calabria (-10,6%) e il
Friuli Venezia Giulia (-9,2%) ma vi sono alcune regioni in cui
il numero di liberi professionisti cresce anche nella
congiuntura segnata dal Covid-19: ad eccezione del Trentino Alto
Adige, la crescita riguarda esclusivamente regioni del
Centro-Sud (Sardegna, Basilicata, Sicilia, Abruzzo, Puglia e
Lazio), meno colpite dagli effetti della pandemia". L'andamento
di lungo periodo, va avanti lo studio, evidenzia una salita
generalizzata dei liberi professionisti, "con la sola eccezione
della Liguria, in cui il numero di liberi professionisti rimane
pressoché stabile". Il Rapporto verrà illustrato dalle 14:30 dal
presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, dal coordinatore
dell'Osservatorio sulle libere professioni della Confederazione
Paolo Feltrin e dal presidente del Cnel Tiziano Treu. (ANSA).