(ANSA) - ROMA, 19 SET - Occorre definire "un equo
compenso per tutti i rapporti professionali con la Pubblica
amministrazione", che "resta il committente più grande, più
iniquo nelle tariffe e più insolvente" verso i privati che
effettuano prestazioni ed erogano servizi. E la questione deve
essere affrontata "uniformemente" sia per i professionisti
iscritti ad Ordini e Collegi, sia per le categorie riunite in
associazioni. Parola del presidente del Colap (Coordinamento
delle libere associazioni professionali) Emiliana Alessandrucci,
intervenuta oggi in audizione nella Commissione Lavoro del
Senato, che esamina il Disegno di legge del presidente
dell'organismo parlamentare Maurizio Sacconi (Ei) sul giusto
compenso dei professionisti; nel testo si propone di usare i
parametri tariffari fissati dai ministeri vigilanti degli Ordini
(ed attualmente impiegati solamente dai giudici per dirimere le
controversie, ndr) per determinare soglie di pagamento per le
prestazioni rese dai professionisti ordinistici, al di sotto
delle quali non sarà possibile scendere. Per la numero uno del
Colap, pertanto, il Ddl dovrebbe essere rivisto, "eliminando le
previsioni relative alle tariffe minime, anche se si chiamano
equi compensi" per tutti i professionisti, perché "non aiutano i
giovani, perché sarebbero inapplicabili" e perché, chiude,
"riconducono il lavoro autonomo nel modello di quello
dipendente".