(ANSA) - ROMA, 22 MAG - Vietare agli eletti nei Comuni
"qualsivoglia tipologia di incarico conferito da Pubbliche
amministrazioni della provincia o nell'area metropolitana di
elezione" configurerebbe "una situazione insostenibile". A
pensarla così il presidente della Commissione Finanze del Senato
Mauro Maria Marino (Pd), impegnatosi affinché "potesse essere
presentato, al testo in esame alla Camera, un emendamento
correttivo", sulla base di quanto segnalato "dall'Uncem (Unione
nazionale dei Comuni degli Enti montani) e da molti Comuni
italiani". L'esponente di centrosinistra afferma di "comprendere
il senso e i timori di fondo del Legislatore nel prevedere tale
normativa, che giunge anche dopo alcune interpretazioni,
potremmo definire forzate, da parte della Corte dei Conti",
tuttavia "seguire questa strada porterebbe a limitare oltremodo,
soprattutto nei piccoli Comuni, l'elettorato passivo, a
discapito di quei professionisti, come architetti, ingegneri e
geometri, che vedrebbero de facto l'impossibilità di continuare
a praticare la propria professione se eletti. Già esiste una
normativa puntuale e precisa sull'incompatibilità rispetto alle
cariche elettive, per quelle fattispecie che potrebbero creare
gravi conflitti di interesse o distorsioni del sistema.
Soprattutto con riferimento ai comuni sotto i 10.000 e i 30.000
abitanti - conclude Marino - si tratta di realtà nelle quali la
carica elettiva è esercitata per passione e per senso del bene
pubblico e in cui l'indennità, quasi simbolica, non può
permettere in alcun modo l'autosostentamento". (ANSA).