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Avvocati, clienti sempre più accorti

Censis-Cassa forense,categoria meno fiduciosa su futuro carriera

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 21 GIU - Fiducia sì, ma 'condizionata'. E' quella che, secondo un'indagine Censis-Cassa forense, i clienti ripongono nel proprio avvocato: il "48% considera obbligatoria la condivisione delle linee di tutela, mentre solo il 16,6%" afferma che un legale debba decidere autonomamente la difesa, e "per un ulteriore 25% il professionista ha solo l'obbligo di informare il cliente sulle possibilità di successo o insuccesso dell'incarico". C'è, poi, un 31,4% che "guarderebbe al risultato ottenuto, e pagherebbe solo dopo aver verificato l'impegno e la diligenza dell'avvocato", il "7,5%" salderebbe la fattura per la prestazione solo in caso di successo, mentre il 27,6% riconosce che il professionista non può garantire il risultato voluto dal cliente e che la prestazione va pagata a prescindere dall'esito della causa. Inoltre, emerge dal dossier presentato stamattina a Roma, rispetto ad una analoga indagine del Censis del 2015, "nel 2018 diminuisce la percentuale di avvocati che prevedono un miglioramento della propria condizione futura (dal 36,8% del 2015 al 29,3% di oggi)". Difatti, le aspettative di mantenimento degli attuali livelli di reddito o di miglioramento si rivelano esser "più elevate tra le donne (il 31,2% attende un miglioramento rispetto al 27,8% degli uomini) e tra i giovani (il 45,7% contro una media del 29,3%)". Altro dato rilevante è, infine, quello secondo cui i legali "attribuiscono la causa della perdita di prestigio ai comportamenti opportunistici messi in atto da molti professionisti di fronte alla crisi": il "76%" ritiene, infatti, che "tutto ciò abbia inficiato l'immagine" della categoria. (ANSA).
   

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