(ANSA) - PERUGIA, 02 FEB - Il settore vitivinicolo in Umbria
appare in crescita e "in fermento": a poche settimane dalla
conclusione de "L'Umbria del vino" il primo concorso enologico
regionale ideato dalla Camera di commercio e autorizzato dal
ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali,
l'Ente camerale accende i riflettori sull'andamento economico
del settore vitivinicolo che nella regione appare in crescita e
"in fermento".
La struttura produttiva delle aziende vinificatrici è piccola
o media piccola. Oltre la metà delle aziende infatti produce
meno di 100 ettolitri di litro all'anno.
Le aziende agricole in Umbria al terzo trimestre 2021 -
riferisce la Camera di commercio - sono 16.653, scendono a
16.136 (al 31 dicembre 2020 fonte Registro imprese) di queste le
vinificatrici sono 1.356. Dato che pone l'Umbria al nono posto
in Italia per numero di imprese vinificatrici. Numero che si è
asciugato rispetto ai tre anni precedenti, quando nel 2017
operavano in regione 1.596 aziende che producevano vino.
In crescita "lieve ma costante" dal 2018 invece, il terreno
destinato a vigneto. Gli ultimi dati aggiornati (fonte Ismea)
rilevano che il 2021 si è chiuso con 12.739 ettari a vigneto, il
2020 segnava 12.658, il 2019 gli ettari erano 12.531, mentre
12.495 erano gli ettari a vigneto nel 2018.
Il contributo dell'Umbria alla produzione nazionale del vino
si attesta allo 0,8% (ultimo aggiornamento disponibile al 2020
fonte Ismea). Nel 2020 l'Italia ha prodotto 49 milioni di
ettolitri (49.066) con la regione Veneto saldamente in testa che
da sola produce 11 milioni 717mila ettolitri. L'Umbria ha
prodotto nel 2020, 378mila ettolitri (tuttavia tra il 2019 e il
2020 la produzione di vino ha subìto una consistente
diminuzione, scendendo dell'11,2%), di cui la grande maggioranza
è rappresentata dalla sua anima "bianca": 226 mila ettolitri,
quasi il 60%, tra vini bianchi a denominazione di origine,
bianchi a indicazione geografica tipica e più generici vini
bianchi "da tavola". Circa 154mila gli ettolitri di vino rosso
(fonte dati Mipaaf).
L'Umbria è patria di 21 denominazioni, di cui 15 Dop e 6 Igp.
Le Dop si concentrano 13 nel perugino e le restanti due nel
ternano (in particolare Amelia e Orvieto), le Igp quattro nel
perugino e due nel ternano (ad Allerona e Narni).
Sul fronte denominazioni, secondo l'ultima classifica della
vendita dei vini nella Distribuzione Moderna (DM), elaborata da
IRI per Vinitaly, tra le prime posizioni si trova anche il
Sagrantino con un +43,7%. Classifica che evidenzia come sono
sempre in crescita le grandi denominazioni del vino (Lambrusco,
Barolo, Brunello), ma pure che lo scatto più significativo,
oltre che con il bianco Lugana (Lago di Garda), si registra a
Montefalco.
Per quanto riguarda le esportazioni fuori dall'Italia, dei
444.640 ettolitri prodotti nel 2019, il volume delle
esportazioni è pari 6.530 ettolitri.
"Le aziende umbre che producono vino - precisa il presidente
della Camera di commercio dell'Umbria, Giorgio Mencaroni - sono
mediamente di piccole dimensioni ma connotate da particolare
vitalità e stanno emergendo all'interno del settore enologico
nazionale, il nostro impegno è aiutarle a crescere. In questo
quadro abbiamo ideato e realizzato in Umbria il concorso
'L'Umbria del Vino', che ha raggiunto devo dire risultati molto
al di sopra delle nostre aspettative e che a febbraio vedrà la
proclamazione dei vincitori di questa prima edizione. L'Umbria
non è solo la terra dei piccoli borghi ma siamo conosciuti in
Italia e all'estero anche per la nostra cultura enogastronomica
in un'ottica di promozione del brand Umbria crediamo che il vino
e la nostra cultura enologica possano contribuire fortemente
allo sviluppo del turismo e a far conoscere ancor di più la
nostra terra in Italia e nel mondo". (ANSA).