(ANSA) - ROMA, 5 GIU - Quali cambiamenti ha generato
l'emergenza sanitaria nell'economia italiana? E quanto è stato
profondo l'impatto del Covid-19 sull'economia romana? Quali
conseguenze dirette ha avuto sulle singole aziende? Su questi
tre quesiti si è concentrata la nuova indagine dell'Osservatorio
permanente dell'Istituzione camerale.
La Camera di Commercio ha elaborato, dunque, un ottavo e ultimo
report che offre un'analisi sull'impatto del Covid-19 sul
tessuto imprenditoriale locale e una visione degli imprenditori
romani sulla realtà economica italiana. Più in generale,
l'Osservatorio predisposto dalla Camera di Commercio di Roma ha
fornito, in queste ultime settimane, un costante aggiornamento
sull'evoluzione dei fatti, cercando di cogliere il sentiment
degli imprenditori e identificando le misure che meglio si sono
prestate a contenere il danno economico subito dalle imprese e
studiare strategie utili per il rilancio.
La Camera di Commercio di Roma ha costruito un panel di 500
imprese rappresentative delle attività economiche di Roma e
provincia per valutare l'impatto economico del coronavirus e
fornire un costante aggiornamento sull'evoluzione della
situazione. L'ottava indagine è stata condotta tra il 20 e il 27
maggio 2020. Le imprese del campione hanno nel 67% dei casi la
sede nel comune di Roma e per il 33% dei casi nel resto della
provincia di Roma. L'84,6% delle imprese ha tra 0 e 9
dipendenti, il 12,6% ha tra 10 e 49 dipendenti e il 2,8% delle
imprese ha oltre 50 dipendenti.
Considerazioni generali
Dal punto di vista socioeconomico, con riferimento all'economia
italiana, il 60% delle imprese considera la caduta dei consumi e
il forte aumento del debito pubblico tra i principali
cambiamenti generati dall'emergenza sanitaria. Quasi un'impresa
su tre pensa che ci sarà una maggiore propensione a utilizzare
le tecnologie digitali. Gli impatti principali, su Roma, saranno
la riduzione degli esercizi commerciali e un generale
impoverimento della città. Aumento dei costi legato alle misure
di sicurezza e mercato di riferimento in contrazione i
principali cambiamenti che colpiranno la propria azienda.
•Principali cambiamenti generati dalla crisi nell'economia
italiana
Il 60,6% delle imprese pensa che uno dei grandi cambiamenti
generati dalla crisi sarà il forte aumento del debito pubblico e
dei conseguenti problemi di sostenibilità del debito. Il 59,7%
delle imprese ritiene che ci sarà una forte caduta dei consumi e
della domanda di prodotti. Il 28,3% delle imprese prevede che ci
sarà una maggiore propensione a utilizzare tecnologie digitali.
Solo il 6% pensa che ci sarà, come conseguenza della crisi, una
maggiore facilità di accesso al credito e il 4,9% che ci sarà
una maggiore solidarietà europea.
•Principali cambiamenti generati dalla crisi nell'economia
romana
Per il 57,5% delle imprese il principale cambiamento sarà la
riduzione degli esercizi commerciali, il 50,9% pensa anche che
ci sarà un generale impoverimento della città. Il 30,5% delle
imprese si aspetta una riduzione permanente dei flussi
turistici. Il 21,2% delle imprese ritiene che ci sarà un maggior
utilizzo di piattaforme digitali. Solo un'impresa su sei prevede
che ci sarà un recupero di interesse per i piccoli negozi di
quartiere.
•Principali cambiamenti generati dalla crisi nella propria
azienda
Tra i cambiamenti principali generati dall'emergenza sanitaria,
che impatteranno sulla propria azienda, la metà delle imprese
indica un mercato più ristretto rispetto a quello pre-crisi, il
44,7% lamenta anche maggiori costi per rispettare le nuove
misure di sicurezza. Per un'impresa su tre ci sarà una diversa
organizzazione del lavoro con un maggiore utilizzo di
piattaforme digitali. Il 22,6% delle aziende indica una
riduzione della clientela per rispettare le norme di
distanziamento e il 20% delle imprese pensa che non ci saranno
cambiamenti significativi.
"I risultati di questo nostro ultimo report - afferma Lorenzo
Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma -
dimostrano che la realtà socio-economica che le imprese si
trovano ad affrontare, terminato il lockdown, è molto complessa
e mette in evidenza preoccupazioni e timori. In particolare, il
60,6% delle aziende pensa che uno dei grandi cambiamenti
generati dalla crisi, a livello italiano, sarà il forte aumento
del debito pubblico e dei conseguenti problemi di sostenibilità.
Una percentuale praticamente analoga prevede che ci sarà una
forte caduta dei consumi e della domanda di prodotti. A livello
locale si teme un calo permanente dei turisti e un impoverimento
della città. Insomma, le paure ci sono e non poteva essere
altrimenti. Tutti insieme, però, dobbiamo rimboccarci le maniche
e lavorare senza sosta affinché queste paure si tramutino in
nuove speranze. Siamo, comunque, su un crinale. C'è ancora -
continua Tagliavanti - la possibilità di far scattare una molla
per una ripresa vigorosa. Se si creano fra imprenditori,
consumatori e famiglie le condizioni giuste, allora ripartiremo
con grande determinazione. La gente riprenderà a consumare e gli
imprenditori a investire: naturalmente per avviare questo
processo serve un serio piano nazionale di semplificazione