(ANSA) - ANCONA, 20 MAR - "Se medici e infermieri sono gli
eroi di questa durissima stagione che l'Italia e il nostro
territorio, tra i più flagellati dopo la Lombardia, sta vivendo,
ci sono altre figure che confortano la nostra quotidianità e la
rendono più vivibile e in qualche modo normale: gli esercenti
dell'alimentare che provvedono al nostro fabbisogno giornaliero,
esposti molte ore e sette giorni su sette a un flusso di persone
che vede nell'approvvigionamento qualcosa di più che la risposta
al primo fabbisogno". Lo dice Massimiliano Polacco, componente
di Giunta di Camera di Commercio Marche. "Si tratta di una
situazione che protratta diventerà difficile per queste figure -
rileva -. Allo stesso rischio esposti anche gli addetti di
farmacie e parafarmacie ancora più direttamente in contatto con
una clientela spesso non in perfetta forma, a cui dispensano
anche indicazioni e supporto". Nelle Marche, secondo la Camera
di Commercio, gli esercizi commerciali aperti sono 12.708 e
occupano 20.010 persone: di questi punti vendita 5.954 sono
dedicati al commercio alimentare (tra ipermercati, supermercati,
minimercati, commercio al dettaglio di bevande e tabacco) e
impiegano 12.202 addetti; 1.192 i punti vendita aperti nel
settore servizi alla persona (farmacie, parafarmacie, vendita di
articoli igienico-sanitari, medicali, ortopedici e di igiene
personale): lavorano in questi negozi 2.157 dipendenti. "Poco
più di un terzo del settore del commercio è aperto - fa notare
Polacco -. E se da una parte c'è l'affanno ma l'operatività
dell'alimentare al dettaglio, dall'altro c'è la chiusura della
ristorazione legata all'accoglienza, come della piccola
ristorazione, i bar e così via: per queste realtà, che non hanno
entrate ma sostengono costi, la situazione sta per un altro
verso diventando difficilissima" aggiunge Polacco. Nel complesso
nel nostro Paese, secondo l'elaborazione di Unioncamere e
InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di
Commercio, sono mezzo milione gli esercizi commerciali e dei
servizi alla persona, al cui interno lavorano 800 mila
dipendenti, che restano aperti in base al decreto del Governo
anti-coronavirus. Fra questi, più di 230 mila riguardano il
settore alimentare, che assicura una copertura capillare
sull'intero territorio nazionale.